Caro Beppe, caro Raffaele,
Vi voglio ringraziare di cuore, a nome dell’Associazione Giornalisti amici di padre Dall’Oglio, per l’attenzione che il congresso della FNSI riserva a Paolo. Prestate attenzione a un gesuita e giornalista, che attraverso un blog e una rubrica intitolata “La sete di Ismaele” ci ha sollecitato per anni a non dimenticare i siriani. Li abbiamo dimenticati, molto spesso li abbiamo addirittura respinti, e così ricordare Paolo oggi vuol dire ricordare anche loro. I siriani ostaggi in Siria, i siriani torturati in Siria, i siriani illegalmente detenuti in Siria, le siriane violate in prigione, i siriani gettati nelle fosse comuni, i siriani dispersi nel mondo, i siriani dispersi nel loro paese senza casa, senza ospedali, senza alimenti. Caro Beppe, caro Raffaele, sono ore nuovamente drammatiche. Mentre viene ridotto in polvere il piccolo villaggio di Baghouz, dove anche in queste ore si dice siano presenti ostaggi stranieri, i civili spuntano a migliaia nel deserto: donne, vedove, figlie, mogli, e bambini. Qualcuno si illude di chiudere qui la storia dell’Isis, ma la storia di una malattia non si chiude mai senza una diagnosi e una cura. Questa consapevolezza unisce gli informatori, e gli amici di un uomo, Paolo Dall’Oglio, che ce lo dice con la sua vita.
Grazie,
Riccardo