La preparazione del caffè. Al Teatro della Corte di Genova ‘Questi fantasmi!’ con la regia di Marco Tullio Giordana

0 0

GENOVA – Scritto nel 1945 – basandosi sul suo atto unico Tutto per tutti pensato per il Teatro Umoristico I De Filippo e il cui il protagonista, Arturo Penta, napoletano verace, vive di espedienti per riuscire ad accontentare la giovane e bella moglie – e rappresentato l’anno successivo, è sicuramente uno dei testi teatrali di Eduardo De Filippo più noti e proposti in tutto il mondo. L’esperienza della Compagnia fondata insieme ai fratelli Peppino e Titina nel 1931 è stata fondamentale per la creazione non solo di questo testo ma anche di altri di grande interesse. Impegnati come erano al teatro Kursaal di Napoli dove ogni settimana dovevano cambiare quanto proposto – le brevi commedie erano presentate come avanspettacolo del film – fu anche l’occasione per Peppino di fare debuttare il suo Don Rafele ‘o trumbone (1931) e per tutti di sperimentare la capacità di rileggere anche testi più lunghi nella sintesi dell’ora o poco meno.

Questi fantasmi! è stato molto amato da Eduardo che adattò la commedia per il cinema nel 1962 e la diresse con l’interpretazione di Renato Rascel, Erno Crisa e Franca Valeri. Cinque anni dopo fu la volta del regista Renato Castellani che si avvalse dell’interpretazione di Vittorio Gassman, Sophia Loren e Aldo Giuffrè. Il successo non fu lo stesso perché si era un po’ stravolto il modo di raccontare, dando maggiore importanza alla parte del mistero, privando così del vero sapore di Napoli la struttura narrativa. L’edizione presentata in questa occasione dona grande importanza al testo originale, riuscendo a fare rivivere il vero spirito di Questi fantasmi! che meritava di essere goduto come era stato pensato dal grande drammaturgo. Tutta l’opera si regge su un equilibrio mirabile di elementi comici e drammatici che rende difficile inserire quanto visto in una fredda classificazione: è una commedia comica in cui sono inseriti temi drammatici, è un dramma alleggerito da un dialogo scoppiettante.

La direzione è stata affidata a quel Marco Tullio Giordana – milanese con attività prevalentemente romana – regista di La meglio gioventù (2000) e de I cento passi (2003), che ha saputo rendere in maniera perfetta lo spirito di un testo che non ha bisogno di avere arricchimenti per essere più interessante. Con il distacco datogli dal non essere figlio della cultura partenopea, riesce a rispettare la commedia rendendola ancora più interessante attraverso l’inserimento di alcune trovate che sono simpatiche e gradite, come la sorpresa a sipario chiuso alla fine del primo atto e l’intrattenimento fatto da due attori scesi in platea che eseguono una serenata: il tempo necessario per cambiare la scenografia a metà della seconda parte. E’ vero, in alcuni momenti i dialoghi sono datati – ad esempio quando il portiere parla della sua defunta moglie con idee non esattamente femministe – ma cambiare qualcosa avrebbe rischiato di sbilanciare quanto scritto con arguzia e bravura oltre 70 anni orsono. A questo, ad esempio, fa da contraltare lo splendido dialogo tra il protagonista e il professore suo dirimpettaio mentre prende il caffè sul terrazzino: spiega la tecnica e i trucchi per preparare una bevanda aromatica che ha la piacevolezza della cioccolata, che si deve amare prima della preparazione, durante, quando lo si beve e dopo come piacevole compagno di una giornata che è iniziata bene.

L’omaggio non è solo per Eduardo, ma anche per il figlio Luca De Filippo prematuramente mancato, che aveva creato ELLEDIEFFE con cui aveva prodotto vari spettacoli. Alla sua morte, la moglie Carolina Rosi – figlia del grande regista Francesco – ha aggiunto al nome iniziale LA COMPAGNIA DI TEATRO DI LUCA DE FILIPPO : ora è lei che la dirige con passione e bravura. Qui Carolina è anche la protagonista e conferma una maturazione artistica che le permette di dare vita, senza toni grotteschi o cadute nel melodramma, ad una figura a tutto tondo. Su tutti Gianfelice Imparato, con cui nel 1980 Eduardo aveva lavorato in tre commedie da lui dirette e interpretate al fianco del figlio Luca. E’ una forza della Natura, ha tempi teatrali perfetti, non gigioneggia mai eppure è sempre al centro di tutte le scene, canta con bravura, aiuta i meno esperti tra i suoi colleghi a donare prove maiuscole. Terzo pilastro il portiere Nicola Di Pinto, portatore dell’arguzia napoletana, capace con poche battute di caratterizzare un personaggio complesso perché rischia di divenire soltanto una macchietta. Caratterista cinematografico e televisivo, sempre presente nelle stagioni teatrali, il settantaduenne ha avuto nel cinema buon riscontro grazie alla sua interpretazione ne Il camorrista (1986) di Giuseppe Tornatore dove, al fianco di Ben Gazzara, era Alfredo Canale.

La storia è nota. Un uomo che non ha avuto fortuna nella vita, più volte sull’orlo del fallimento, è il nuovo affittuario di splendido appartamento con 18 stanze e 64 balconi: non se lo potrebbe permettere se la casa non avesse la nomea di essere abitata da fantasmi e, per questo la ottenesse gratis per 5 anni con l’obbligo di farsi vedere sempre felice dai vicini. Ma, probabilmente, molto è legato al portiere che ruba e crea il mistero delle varie sparizioni, e, in un secondo tempo, alla presenza del ricco amante della moglie del poveraccio che approfitta di questa situazione per frequentare la donna senza problemi.

 

Scheda spettacolo:

Gianfelice Imparato

Carolina Rosi

Nicola Di Pinto

Massimo De Matteo

Paola Fulciniti

Giovanni Allocca,

Gianni Cannavacciuolo

Viola Forestiero

Federica Altamura

Andrea Cioffi

Questi fantasmi!

Di Eduardo De Filippo

scene e luci Gianni Carluccio

costumi Francesca Livia Sartori

musiche Andrea Farri

regia Marco Tullio Giordana

produzione ELLEDIEFFE – LA COMPAGNIA DI TEATRO DI LUCA DE FILIPPO


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21