BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Fëdor Dostoevskij. “Delitto e castigo”, scandaglio miliare degli abissi dell’anima

0 0

“Delitto è castigo” è uno di quei romanzi che non tramonteranno mai, perché ha la capacità di affascinare in noi quel bambino che rompeva i giocattoli, per vedere com’erano fatti dentro. Punto di forza dell’autore, Fëdor Dostoevskij, è infatti l’analisi del “sottosuolo psichico” del suo “eroe”: Rodiòn Romànovič Raskòl’nikov, studente di ventitré anni che vive a San Pietroburgo in uno stato d’indigenza, economica e psichica, tale da fargli abbandonare gli studi. In Raskòl’nikov matura la convinzione che l’umanità sia fatta di due categorie di persone, quelle “ordinarie”, la maggioranza, e quelle “straordinarie”, pochissime, di cui prende a modello Napoleone.

Per uscire dallo stato di annichilimento, dovuto alla condizione di reietto per assenza di soldi ed eccesso di complessi d’inferiorità, illudendosi di diventare un superuomo attraverso un’impresa estrema, Raskòl’nikov commette un duplice omicidio: quello premeditato di una vecchia usuraia e preterintenzionale di sua sorella, che per caso ha visto il delitto. Dopo il gesto folle, pur non essendo indagato, il giovane è annichilito da attacchi di panico paranoico; alterna a momenti di calma deliri aggravati dalla malnutrizione, l’odio represso gli causa svenimenti, l’ansia non lo abbandona mai, farnetica e i suoi amici lo credono pazzo. In seguito all’assassinio, invece che scoprirsi più libero, Raskòl’nikov è più solo al mondo. L’incontro con Sonia, una ragazza costretta dalla miseria a prostituirsi, darà una svolta al suo isolamento e al suo destino …

La radice di Raskòl’nikov, cognome del protagonista, in russo significa “scissione”: scissa è, infatti, la personalità del ragazzo. Fëdor Dostoevskij rende visibile il suo conflitto interiore, la divisione tra la paura del castigo e il senso di colpa che vorrebbe spingerlo a farsi scoprire. “Delitto è castigo” calamita il lettore con la forza trainante di un thriller psicologico, è un viaggio nell’inconscio di un omicida, connotato anche da momenti grotteschi, gesti di ridicola disperazione, che suscitano il sorriso in chi legge. Crimine e bisogno di espiazione sono i due aspetti che trasformano l’opera da libro giallo in scandaglio miliare degli abissi dell’anima. Intorno alle figure principali ruota un’umanità dolente e degradata, affresco sociologico di un’epoca, momento della storia di una città e della stessa Russia.

“Delitto e castigo” di Fëdor Dostoevskij è in commercio, in formato cartaceo ed ebook, tramite vari editori.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21