Don Ciotti: “Sì alla conoscenza, sì al fare rete, sì al noi”

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“La Costituzione e il Vangelo: questi sono i testi cui faccio riferimento ed entro i quali mi muovo”.  Così don Luigi Ciotti ha risposto senza mai cadere nella polemica e senza mai citarla, alla sindaca di Oderzo, Maria Scardellato, che ha negato patrocinio e sala pubblica ai gruppi di volontariato opitergini organizzatori dell’incontro con il fondatore di Libera, dal titolo “Orizzonti di giustizia sociale”. Titolo troppo vago secondo Scardellato: “Chi mi dice che non si parla di migranti, di ius soli, di chiusura dei porti, di reato di clandestinità?”. Una decisione che ha sollevato una valanga di proteste e di prese di posizione, fra cui anche Fnsi, Sindacato giornalisti Veneto,  Articolo 21: la sindaca l’ha chiamata strumentalizzazione, il resto del mondo libertà di espressione.

Stamattina, domenica 10 febbraio, don Ciotti a Oderzo c’era e con lui almeno un migliaio di persone, metà delle quali però non ha potuto accedere alla sala teatro – troppo piccola – messa a disposizione dal Centro Brandolini Rota, dopo il no del Comune. In prima fila anche la prima cittadina che, arrivata con dieci minuti di ritardo, era stata invitata per un saluto introduttivo.

Più volte interrotta e contestata, il suo è stato un intervento che ancora di più ha mostrato l’inconsistenza delle motivazioni con le quali si è rifiutata di concedere il cinema Cristallo. Confondendo partiti e politica, democrazia e censura preventiva, dimenticando che quando si è donna delle istituzioni si rappresenta tutte e tutti, anche chi non ha votato Lega, certo nell’ambito della Costituzione, su cui ogni sindaco giura al momento dell’insediamento. Il Vangelo invece è una scelta esclusivamente personale, di fede, di credo.

Costituzione e Vangelo: don Ciotti li vuole saldare, terra e cielo, dice. Attraverso una politica intesa come azione che mira al servizio del bene comune, citando l’espressione di Paolo VI.

Una politica basata sull’uguaglianza di tutti gli uomini e di tutte le donne, senza esclusione di razza, di religione, di censo, di istruzione, sulla reale possibilità di riscatto sociale e culturale, sulla valorizzazione delle differenze e sul rispetto reciproco in una cornice di regole condivise e non imposte. Don Ciotti lo ha detto in premessa: no al tifo, no ai fan, no agli slogan, no alla violenza delle parole, no all’io. Sì alla conoscenza, sì al fare rete, sì al noi.

“Vi invito a non attendere il futuro, ma di andargli incontro, accogliendolo, inventando forme nuove per crescere  in umanità e cultura. Per combattere i razzismi, l’illegalità, la mafia, la corruzione. Auguro a tutti la consapevolezza della differenza fra mondo reale e virtuali, fra contatti e relazioni”. Chi ha paura di don Ciotti?


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