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“Diversamente uguali” convegno sulla disabilità promosso da UNISIN

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E’ stato il primo appuntamento del progetto messo in piedi dal sindacato autonomo dei bancari UNISIN Falcri – Silcea – Sinfub sui temi della disabilità e della maternità. Nella sala Tobagi della Federazione Nazionale della Stampa a Roma si sono incontrati politici, sindacalisti ed associazioni per dibattere su come migliorare l’attuale legislazione in materia, durante la tavola rotonda dal titolo “Noi diversamente uguali – famiglia, lavoro, società” organizzata da Brunella Trifilio del coordinamento nazionale Unisin Donne e Pai Opportunità. Manifestazione che proseguirà nei prossimi mesi in altre città, sempre con lo scopo di creare un confronto tra istituzioni territoriali, parti sociali ed associazioni per trovare una sintesi a nuove proposte di legge.

“Diritti, dignità e benessere dei lavoratori sono alla base del nostro agire quotidiano – ha esordito Daniela Foschetti segretario donne pari opportunità di Unisin –  ma non possono autenticamente essere considerati tali se rimangono limitati ai perimetri delle nostre aziende, se restano confinati in determinate zone geografiche, se sono fruibili solo per definite categorie di persone, lasciando fuori tutte le altre, se non conoscono – in una parola – una dimensione “universale”. La disabilità è purtroppo un pesante fardello che spesso viene lasciato sulle spalle delle persone diversamente abili e dei loro familiari, che si ritrovano a dover far fronte a pesanti carichi di cura,  economici, di conciliazione con la vita familiare e personale, quasi sempre in una desolante solitudine. Eppure sono gli stessi cittadini che l’articolo 38 della nostra Costituzione riconosce come meritevoli di particolare sostegno ed aiuto”.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla disabilità Vincenzo Zoccano ha voluto sottolineare nel suo intervento di come l’aiuto alle persone diversamente abili sia da riorganizzare su tutto il territorio nazionale. “Bisogna innanzitutto uniformare la legislazione su tutto il territorio – ha sottolineato – non possono esserci 20 legislazioni diverse, una per ogni regione. Per questo abbiamo chiesto dei dati all’Inps che serviranno per omogenizzare tutto il territorio nazionale”. Tuttavia per il sottosegretario un concetto deve essere chiaro: al centro deve essere la persona, poi la sua condizione. “Ora – ha concluso – bisogna passare  alla concertazione”.

Per il parlamentare Massimo Misiti la disabilità non è una malattia e promuovere l’inclusione è fondamentale per evitare trattamenti differenti e degradanti tra persone. “Stiamo lavorando anche per questo in parlamento – ha dichiarato – un concetto che sta alla base dei tanti emendamenti già inseriti nella legge di bilancio e su cui si sta ancora lavorando. Bisogna cambiare atteggiamento sulla disabilità. Avere un lavoro, partecipare alla vita sociale e culturale devono diventare una normalità per le persone con disabilità”.

“L’Ordinamento Italiano contiene certamente supporti validi alla tutela delle categorie più fragili e deboli – ha affermato Emilio Contrasto segretario generale UNISIN – tuttavia questo è un campo dove spesso, purtroppo, è possibile riscontrare una forte distanza tra la previsione normativa e la realtà fattuale in azienda. La cronaca riporta ricorrentemente alla luce casi inaccettabili e ancora del tutto attuali: trattamento delle donne sul luogo di lavoro dati alla mano, mediamente sottopagate rispetto agli uomini e impossibilitate a raggiungere posizioni apicali; donne assunte con lettera dimissioni in bianco da adoperare in caso di gravidanza; lavoratori ipovedenti impiegati in postazioni con 2 o 3 monitor; nuove forme di schiavismo come quelle degli immigrati impiegati nelle campagne del sud e sottoposti a vergognose forme di caporalato; nel nostro settore, ad esempio, difficoltà nell’ottenere formule di flessibilizzazione utili a conciliare vita e lavoro”. Per il segretario Contrasto il sindacato deve avere un ruolo a tutti i livelli, “affinché le normative siano sempre più attente e tutelanti; concorrere alla normativa pubblicistica, mediante una contrattazione nazionale e di secondo livello sensibile a queste tematiche; vigilare sui luoghi di lavoro perché le regole siano rispettate e gli abusi contrastati, cessati e successivamente sanzionati con severità; sensibilizzare, tutti gli attori in campo, anche mediante iniziative di “rivoluzione culturale” come questa, bel oltre i “cancelli della fabbrica”.

Hanno portato inoltre il loro contributo al dibattito, moderato da Alessandra Mancuso Presidente della Commissione Pari opportunità della Federazione Nazionale della Stampa, la giornalista di Rai Tre Martina Proietti, vincitrice del premio Ilaria Alpi col documentario “Maternità precaria”, il Presidente della “Lega del filo d’oro” Rossano Bartoli e Cesare Damiano già Ministro del lavoro del governo Prodi. Il progetto itinerante parte dalla pubblicazione di un rapporto curato dalla responsabile nazionale Unisin Donne e pari opportunità Bianca Desideri.


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