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Caso Manca: abbattere i muri e dire tutta la verità

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“A chi mi ha confidato di conoscere dettagli importanti sulla morte di Attilio e poi non li ha riferiti ai magistrati chiedo solo di ripensarci. Glielo domando come una madre consapevole di non avere più tanto tempo. Ma se anche noi non ci saremo non importa. Non è mai troppo tardi per far emergere la verità. Quello che conta è restituire giustizia ad Attilio”.

Non si è ancora spento l’eco delle parole di Angelina Manca: un appello che la madre di Attilio Manca ha rivolto alcuni giorni fa a chi a suo tempo le aveva raccontato dettagli importanti sulla morte del figlio, per poi tacerli all’autorità giudiziaria. Torna in mente la testimonianza di un ex investigatore del messinese di cui si era venuti a conoscenza cinque anni fa grazie allo scrittore Luciano Mirone.

Alla presentazione del suo libro “Un suicidio di mafia. La strana morte di Attilio Manca”, lo stesso Mirone aveva raccontato di aver conosciuto casualmente, durante la stesura del volume, un ex investigatore che aveva lavorato nella zona di Messina nel periodo in cui Attilio era stato trovato morto. “Questa persona – aveva spiegato lo scrittore –autorevole e affidabile, mi aveva detto esattamente che Attilio Manca era stato prelevato in elicottero e portato nella zona di Tonnarella, in una struttura privata che qualche medico locale aveva messo a disposizione, e lì aveva visitato Bernardo Provenzano”.

Nel suo intervento Luciano Mirone aveva evidenziato che secondo la testimonianza di quest’uomo, il “prelevamento” di Attilio Manca sarebbe avvenuto “prima dell’intervento chirurgico di Marsiglia (a cui si era sottoposto Bernardo Provenzano ad ottobre del 2003, ndr), quando cioè si doveva… Continua su liberainformazione


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