Un gruppo di neonazisti (quelli che si fanno chiamare “nazionalisti”) si scontra con la polizia a Kiev, dove a breve si vota per le presidenziali.
Gli agenti della celere locale, li mettono al muro ma uno dei poliziotti grida loro: “Banderite”.
Stefan Bandera è una controversa figura che si schierò con i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale contro i sovietici, ebbe poi altri cambi di fronte ma la sua storia è quella di un nazionalista ucraino pronto a scendere a patti con Hitler e macchiatosi di crimini contro gli ebrei.
Una figura controversa ma che l’Ucraina del dopo piazza Maidan, è stata pronta a ripescare per trasformarla nel volto del Paese che vuole sganciarsi dall’orbita russa ma che, nel farlo, perde la Crimea e guadagna un conflitto interno con secessione, sul versante orientale.
Insomma “Banderite” suona come suonerebbe uno sfottò del tipo “hitlerini” quando rivolto ad un gruppo di teppisti neonazisti.
Il video degli arresti finisce in Rete ma l’indignazione social non è per l’attacco dei “nazionalisti” alla polizia, è tutta dedicata all’agente.
Fin qui nulla di particolarmente diverso dalle dinamiche social che ormai si ripetono ovunque del mondo. Peccato che i vertici della polizia comincino a scusarsi e a prendere le distanze dall’agente a cui viene promessa pubblicamente una punizione, mentre l’hashtag #IamaBanderitas comincia a volare senza che nessuno – o quasi – batta ciglio.
Senza voler entrare nel merito del complesso conflitto e della disputa territoriale tra Ucraina e Russia, senza voler riaprire il capitolo su quanto le spinte statunitense per allargare la Nato ad est abbiano pesato sulla destabilizzazione di quell’area (in nome di quanta sicurezza aggiuntiva poi?), mi resta un quesito: l’Ucraina che vogliamo in Europa (e nella Nato) è questa? Siamo sicuri che un Paese che con leggerezza confonde nazionalismo con neo-nazismo sia in linea con i valori della nostra Europa? Pur in uno scenario di grandi confusioni, come quello attuale, dove la Russia di Putin assurge a modello per i nemici politici di un tempo, è normale che in nome di logiche da guerra fredda nessuno politico/istiuzione senta il bisogno di prendere le distanze da questo tetro clima politico ucraino?