Il 21 febbraio 2019, ricorre un anno esatto dall’omicidio del giornalista Ján Kuciak e della sua fidanzata Martina Kušnírová in Slovacchia. Kuciak stava indagando su un caso di corruzione trans-frontaliera e sulle connessioni di alcuni uomini di potere con diverse reti mafiose.
Dallo scorso febbraio, il Centro Europeo per la Libertà di Stampa e dei Media (ECPMF) ha monitorato lo stato della libertà d’informazione in Slovacchia. Abbiamo accolto positivamente la notizia dell’arresto dei sospettati che sono stati ora accusati dell’omicidio di Kuciak e Kušnírová.
Tuttavia, pochi mesi prima di essere ucciso, Kuciak aveva denunciato alla polizia di aver ricevuto varie minacce. In un post su Facebook del 20 ottobre 2017, descriveva l’assenza di reazione da parte delle forze dell’ordine in seguito alla denuncia che aveva ufficialmente sporto contro l’imprenditore Marián Kočner. “Sono passati 44 giorni dalla denuncia… e il caso probabilmente non è seguito da nessun poliziotto”, scriveva.
Quando un giornalista o una giornalista denuncia una minaccia, lo stato ha il dovere di proteggere la sua vita secondo l’Articolo 2 della Convenzione europea dei diritti umani. Ci preoccupa che fino ad oggi non ci sia stata nessuna adeguata indagine relativa alla violazione di questo obbligo da parte dello stato.
A nome delle sottoindicate organizzazioni co-firmatarie che si occupano di libertà dei media e rappresentano migliaia di giornalisti e attivisti per i diritti umani in tutta Europa, sollecitiamo le istituzioni slovacche ad esaminare le responsabilità dello stato nella mancata prevenzione dell’omicidio di Ján Kuciak. Urgono risposte alle seguenti domande: (I) lo stato slovacco sapeva, o avrebbe dovuto sapere, del rischio imminente che correva Kuciak; (ii) quali passi hanno intrapreso le autorità per proteggerlo da quella minaccia; (iii) che cosa sarà fatto per proteggere i giornalisti slovacchi in futuro.
L’omicidio di Kuciak e Kušnírová ha sconvolto l’opinione pubblica europea e ha avuto un effetto dissuasivo su altri reporter. Un contesto di intimidazioni, minacce, interferenze politiche e impunità porta i giornalisti d’inchiesta a temere per la propria vita nel momento in cui svolgono il loro lavoro di sentinelle della democrazia. L’importanza del giornalismo indipendente e dei media liberi non può essere messa in discussione. La retorica anti-mediatica di chi è al potere è inaccettabile, ancora di più dopo l’omicidio di Ján Kuciak.
Inoltre, lo scorso gennaio il partito al potere in Slovacchia ha presentato una proposta di legge che modificherebbe l’attuale normativa sulla stampa, reintroducendo un “diritto di replica”. Se questa proposta dovesse passare, fornirebbe ai politici oggetto di critica da parte della stampa uno strumento di censura che renderebbe ancora più ostile il contesto in cui operano le giornaliste e i giornalisti. Invitiamo il parlamento slovacco a respingere questo emendamento. Chiediamo anche che il governo slovacco non mini la fiducia nelle pubbliche istituzioni con la nomina della nuova Corte Costituzionale. È suo dovere rispettare e fare rispettare lo stato di diritto.
Chiediamo alle autorità slovacche di prendere seriamente in considerazione la risoluzione approvata ieri 19 febbraio dalla Commissione Giustizia del Parlamento Europeo, nella quale si fa un preciso appello al governo slovacco affinché tuteli i giornalisti e le giornaliste.
È fondamentale che tutte le istituzioni agiscano per assicurare protezione ai giornalisti e alle giornaliste in Europa. Chiediamo giustizia per Ján Kuciak. Continueremo a fare pressione fino a quando i mandanti dell’omicidio non saranno trovati e condannati in accordo con le norme comunitarie.
Firmatari
European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
Article19
Association of European Journalists (AEJ)
European Federation of Journalists (EFJ)
Index on Censorship
Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa (OBCT)
Ossigeno per l’informazione
PEN International
Reporters Without Borders (RSF)
South East Europe Media Organisation (SEEMO)