Al termine dell’incontro con i leader religiosi riuniti ad Abu Dhabi durante la seconda giornata dello storico viaggio negli Emirati Arabi Uniti
La storica iniziativa ha segnato il momento centrale della seconda giornata del viaggio negli Emirati Arabi Uniti, dove il Pontefice è giunto nella serata di domenica 3 febbraio.
Nel testo firmato al termine dell’incontro interreligioso svoltosi nel pomeriggio di lunedì 4, presso il Founder’s Memorial ad Abu Dhabi, il Papa e il Grande Imam chiedono ai leader religiosi e politici mondiali «di impegnarsi seriamente per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace», intervenendo per «porre fine alle guerre, ai conflitti, al degrado ambientale e al declino culturale e morale che il mondo attualmente vive».
Un appello fatto proprio da Francesco anche nel discorso pronunciato in precedenza durante l’incontro.
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Ottocento anni dopo, un nuovo abbraccio e un impegno nel segno della pace
Ottocento anni dopo l’incontro tra Francesco d’Assisi e il sultano al-Malik al-Kāmil, il Papa che porta il nome del santo di Assisi si presenta ai «fratelli musulmani» come un «credente assetato di pace».
E insieme al Grande Imam di Al-Azhar firma una Dichiarazione destinata a segnare non solo la storia dei rapporti tra cristianesimo e islam ma anche la storia stessa del mondo islamico.
Papa Francesco, inventore dell’espressione “guerra mondiale a pezzi”, con questo viaggio e questo gesto s’inserisce nel cammino tracciato dai predecessori compiendo un passo ulteriore. Già san Giovanni Paolo ii, a partire dall’incontro di Assisi del 1986 — quando sul mondo pesava quella minaccia nucleare che purtroppo ai giorni nostri torna ad affacciarsi — ha coinvolto i leader religiosi per sottolineare come le fedi più diverse debbano promuovere la pace, la convivenza, la fraternità. Dopo l’11 settembre 2001, quando il fondamentalismo terrorista è rientrato in modo dirompente sulla scena internazionale, l’anziano Pontefice polacco ha fatto ogni sforzo possibile per togliere qualsiasi giustificazione religiosa all’abuso del nome di Dio per giustificare violenza, terrorismo, uccisione di uomini, donne e bambini innocenti. Su questa stessa via si è mosso anche Benedetto xvi durante tutto il suo pontificato. Nel settembre 2006 Papa Ratzinger aveva detto ai leader dei Paesi musulmani: «È necessario che, fedeli agli insegnamenti delle loro rispettive tradizioni religiose, cristiani e musulmani imparino a lavorare insieme, come già avviene in diverse comuni esperienze, per evitare ogni forma di intolleranza e opporsi a ogni manifestazione di violenza».
Oggi Papa Francesco firma un documento dove non soltanto viene rigettata con forza qualsiasi giustificazione della violenza compiuta in nome di Dio, ma dove si fanno affermazioni importanti e vincolanti che riguardano l’islam e certe sue interpretazioni.
Sono impegnative le parole riguardanti il rispetto per i credenti di fedi diverse, la condanna di ogni discriminazione, la necessità di proteggere tutti i luoghi di culto e il diritto alla libertà religiosa, come pure il riconoscimento dei diritti delle donne.
È significativa anche la sottolineatura riguardante… Continua su perlapace