In un parcheggio ai margini della società disseminato di roulotte e macchine abbandonate, dietro ad un cimitero, sopravvivono quattro diseredati: un gay sordo, un ex prete, una donna senza un occhio e un musulmano che non ha il coraggio di fare il kamikaze.
Quello che viene mostrato è uno scenario post catastrofe che ricorda la miseria di Brutti sporchi e cattivi, in cui agiscono personaggi che, come quelli beckettiani, sono un po’ clochard e un po’ filosofi. A provocare questo degrado non è stato nessun cataclisma quanto l’egoismo delle persone “normali”, che timorose di perdere l’acqua (ormai interamente privatizzata) e soprattutto di mischiarsi con quelli che considerano rifiuti umani, hanno preferito rinchiudersi dentro una Recinzione.
Carrozzeria Orfeo affronta tematiche di feroce attualità con un ironico gusto per la provocazione unito ad un poetico senso del grottesco. Tutto diventa sacro e nulla intoccabile, compresa la paura di nominare parole ormai bandite come “negro”, “frocio”, “ritardato”, “zingaro”. Parole che inserite in quel calderone polisemantico non risultano offensive ma al contrario cercano di scardinare lo stereotipo, anticamera del pregiudizio.
In questo microcosmo disperato non c’è spazio per l’altruismo e i buoni sentimenti, ogni cosa ha un prezzo, come dovrà imparare il pubblicista arrivato nel campo dopo essere stato scacciato dalla moglie. Ma come tra le crepe di un marciapiede inaspettatamente può sbocciare un fiore, anche qui la speranza può nascere attraverso la caparbietà di una strana ragazza che dice di sentire “le voci”.
A contribuire al successo dello spettacolo non è solo la brillante drammaturgia ma anche un ritmo scenico perfettamente scandito, senza tempi morti, che più che teatrale sembra cinematografico. E naturalmente non bisogna dimenticare la straordinaria performance di tutti gli attori e le attrici. Carrozzeria Orfeo dimostra che un gruppo quando lavora unito e senza protagonismi funziona perfettamente (da notare che la regia è a sei mani).
Ricordiamo che Cous Cous Klan andrà in scena al Piccolo Eliseo fino al 13 gennaio, poi fino al 27 sarà la volta di altri due spettacoli di Carrozzeria Orfeo, Animali da Bar e Thanks for Vaselina che costituiscono una sorta di trilogia degli ultimi. Lo spettacolo verrà rappresentanto anche al Teatro di Rifredi (Firenze) dal 14 al 16 marzo.