La lettera indirizzata a Enrico Mentana è l’ennesimo avvertimento della degenerazione del clima politico in cui viviamo e tutte e tutti noi di Articolo 21 siamo vicini al direttore del Tg de La sette e a colleghe, colleghi e all’editore Cairo presi di mira dagli autori che non possiamo che definire fascisti e nazisti.
Si tratta, a nostro giudizio, di un avvertimento che, al di là degli altri nomi a cui sono rivolte le minacce, alza il livello delle aggressioni all’articolo 21 della Costituzione e, più in generale, alla libertà di esprimere posizioni politiche in disaccordo con la maggioranza che governa il paese. E’ una lettera di per sé fascista, ma è anche qualcosa di più: non possiamo sottovalutare la firma “boia chi molla” e l’uso della svastica, a meno di dieci giorni dalla Giornata della memoria che deve ricordare a tutti, anziani, giovani, bambini, come la storia dell’Europa e del mondo del secolo passato sia stata devastata dalla sistematica eliminazione del “diverso”, culminata nello sterminio del popolo ebraico.
Non si tratta solo di minacce: è un manifesto politico e un’affermazione di potenza e, ancora più grave, di impunità di cui devono farsi carico gli attuali responsabili del governo che tanto parlano di sicurezza e sottovalutano gli effetti del clima di odio che ha preso il sopravvento nel nostro Paese e sta dilagando in tutta Europa. L’assassinio del sindaco di Danzica ne è un effetto, dobbiamo impegnarci perché non accada lo stesso da noi e ovunque.
Per questo Articolo 21, insieme a Fnsi, UsigRai, CnOdG e tante altre realtà organizzerà la prossima settimana un presidio, a ridosso della Giornata della memoria. Siamo vicini alle giornaliste e ai giornalisti minacciati dai gruppi eversivi di estrema destra fascisti e nazisti, e siamo al fianco della comunità ebraica, perché l’antisemitismo è latente e si accompagna sempre ai rigurgiti fascisti. Non si tratta, infatti, “solo” di minacce a cronisti scomodi, è molto di più: “È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire”.
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