Ogni 5 gennaio a Catania ci si ritrova tutti lì, alla lapide per Pippo Fava, il direttore della rivista “I Siciliani” ucciso dalla mafia nel 1984. In quella via, che adesso porta il suo nome, alcuni studenti posero immediatamente dopo l’omicidio una targa di legno. Fu un omicidio di mafia, ma in quegli anni di negazionismo alle pendici dell’Etna cominciarono i depistaggi, gli ammiccamenti, le delegittimazioni. L’anno scorso proprio in occasione del ricordo pubblico della figura di Giuseppe Fava, giornalista e intellettuale nato a Palazzolo Acreide (SR), fu presentato a pochi passi da quella lapide il trailer di “Prima che la notte”, film tv diretto da Daniele Vicari e tratto dal romanzo omonimo scritto da Claudio Fava e Michele Gambino, due dei “carusi” di Pippo Fava. Il film venne poi mandato in onda il 23 maggio seguente, in prima visione su Rai1 nella Giornata della Legalità, riscuotendo un grandissimo successo di pubblico: oltre 3,4 milioni gli spettatori portarono il lungometraggio a vincere la serata con il 15,7% di share. “Un risultato straordinario – spiega ad Articolo21 Daniele Vicari, il regista di “Prima che la notte” – per un’opera che non è uscita fuori in questo anno dal percorso classico delle fiction. Il film ha partecipato a concorsi, festival internazionali, raccontando la storia del giornalista ad un pubblico sempre più ampio”.
Il 5 gennaio 2019 “Prima che la notte” andrà in onda in replica su Rai3: “Una iniziativa bellissima e davvero sorprendente da parte della Rai – continua Vicari – Non era una cosa scontata”. “Raccomando a tutti di vederlo, se già non l’hanno fatto, e soprattutto di farlo vedere ai figli – spiega Michele Gambino, autore insieme a Claudio Fava e Monica Zapelli della sceneggiatura – Il film non racconta solo la morte seppur nobile di un uomo, ma anche, soprattutto, il passaggio di un gruppo di persone dall’adolescenza alla maturità, nel segno di una battaglia che fece di quei ragazzi uomini e donne ricchi di umanità, profondità, esperienza, bellezza della vita. Una storia da ricordare, in tempi così gonfi d’altro”.
Quali le ragioni di un così grande successo? “Senza dubbio la storia di Pippo Fava racconta anche un grande esempio di libertà di informazione – spiega Daniele Vicari – Un aspetto determinante e non secondario. L’esperienza di Fava, e quella dei suoi giornalisti, è una storia lungimirante che guarda al futuro. Per questo motivo il film non si chiude con la sua morte, ma con una generazione di giornalisti che cresce portando avanti i valori etici della professione”. Un finale che tende la mano a chi oggi lavora come giornalista proprio in una città difficile e problematica come Catania: “Posso dire di essere felice che Riccardo Orioles abbia rivitalizzato i Siciliani Giovani – conclude il regista Vicari – C’è molta strada da fare in una realtà così complessa”
Come racconterebbe Giuseppe Fava questi tempi? Se lo chiede Michele Gambino in un lungo post su facebook che lancia la messa in onda di “Prima che la notte”: “Mi chiedo se sarebbe riuscito, oggi, a radunare attorno a sé un gruppo di ragazzi disposto a seguirlo nell’avventura. Mi chiedo se sarebbe riuscito a segnare la realtà di questo tempo nella maniera dirompente che conosciamo. O se la sua potente scrittura, la struggente e bellissima difesa della sua terra devastata dal potere, si sarebbe persa nel flusso senza sosta dei social e della parole in libertà. Non lo so, non lo saprò mai, ma va bene così. Una cosa mi piacerebbe: vedere i giovani organizzarsi per opporre la libertà allo squadrismo, il pensiero all’ignoranza, l’apertura alle chiusure. Pensare che qualcuno ha preso il tuo posto e lotta con nuova energia, con nuovi desideri e speranze. E magari già accade da qualche parte, e io non lo so. Questo sarebbe bellissimo”.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21