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Ogni storia ha dignità per essere raccontata. Intervista alla tutor Chiara Cazzaniga

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Conosciamo meglio la terza tutor dell’ottava edizione del nostro premio. E’ Chiara Cazzaniga, classe 1978, alle spalle la Scuola di giornalismo di Urbino e dal 2013 inviata della redazione di Chi l’ha visto su Rai 3. E’ stata lei nel 2015, dopo un anno di ricerche, a trovare e intervistare in Inghilterra Ali Ahmed Rage detto Gelle, supertestimone dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Grazie a quell’intervista i legali di Hashi Omar Hassan, unico condannato fino a quel momento, hanno potuto chiedere la revisione del processo che l’aveva condannato a 26 anni di detenzione. Nel 2016, dopo 17 anni in carcere da innocente, Hashi Omar Hassan viene assolto dal tribunale di Perugia per non aver commesso il fatto.

Anche per Chiara Cazzaniga cinque domande per conoscerla meglio e capire cosa si aspetta dagli under30 che seguirà nella realizzazione dell’inchiesta finalista.

Perché ha accettato il ruolo di tutor del Premio Morrione? Che cosa significa per Lei?
Ho accettato perché Roberto Morrione è un esempio per chiunque voglia fare questo mestiere. E perché – tanti anni fa – io ho avuto la fortuna di avere un meraviglioso maestro di giornalismo, Silvano Rizza. Un uomo che non solo mi ha insegnato tanto, ma soprattutto mi ha trasmesso il rigore e la passione per questo lavoro… che è il più bello del mondo. Spero di fare altrettanto! Per me è un onore fare da tutor.

Cosa si aspetta dal giovane under 30 che seguirà nella realizzazione della inchiesta?
Che sia curioso, che non abbia paura di fare domande – e non solo quelle “scomode” ma soprattutto quelle che sembrano banali – che non si innamori ciecamente di una tesi, ma sia in grado di rimetterla e rimettersi in discussione, che non sia autoreferenziale ma riesca a fare un passo indietro rispetto alla storia che vuole raccontare. Soprattutto mi aspetto che mi possa dare una prospettiva diversa dalla mia, che mi insegni qualcosa che non so. E che ci sia un  confronto costruttivo.

Quando ha capito che la sua professione sarebbe stata quella giornalistica?
Al liceo, quando con alcuni compagni e il mio professore di chimica e biologia abbiamo rimesso in piedi il giornalino della scuola.

C’è un’inchiesta che considera un esempio da seguire? Se sì, quale e perché?
In Italia ci sono ottimi giornalisti di inchiesta e tanti esempi da seguire. Basta non avere pregiudizi.

Cosa consiglia a chi in questo momento sta scrivendo il progetto di inchiesta per il nuovo bando?
Di andare dritto al punto. Di cercare di incuriosire. Di fornire dati concreti. Di provare a raccontare qualcosa di nuovo. Ogni storia, anche quella più piccola o banale, ha dignità per essere raccontata. Basta saperla raccontare. Magari con una prospettiva diversa.


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