Eletto col 92,7% dei voti dell’Assemblea nazionale. L’unità della Cgil e del mondo del lavoro dinanzi alle sfide difficili del XXI secolo
Di Beppe Pisa
Maurizio Landini è stato eletto nuovo segretario generale della Cgil con il 92,7% dei voti a favore. Dopo giornate concitate e fibrillazioni interne prende il testimone da Susanna Camusso, la prima donna alla guida della Cgil per otto anni. Vincenzo Colla e Gianna Fracassi sono stati proposti vicesegretari. Landini, visibilmente emozionato e a più riprese applaudito dalla platea, ha illustrato per 40 minuti all’assemblea generale le linee programmatiche. Ha aperto il suo intervento sottolineando di “sentire il peso del suo ruolo” e ha promesso di guidare una Cgil unita: “Non abbiamo fatto prevalere aspettative personali. La Cgil è una o non è. Se qualcuno si sente landiniano, colliano o camussiano sappia che sono sintomi di una malattia che va curata subito”. Poi l’affondo al governo: “Dobbiamo cambiare le scelte sbagliate che sta facendo”. I temi sono tanti: dal blocco “generalizzato” dei cantieri “che non è intelligente” alla chiusura dei porti, “una logica insopportabile e inaccettabile, per noi vengono sempre prima le persone”. Landini ha anche rilanciato la manifestazione unitaria contro la legge di bilancio del 9 febbraio: “Dobbiamo dare voce e parola al lavoro, il 9 febbraio dobbiamo riempire la piazza. Quello che si definisce il governo del cambiamento non sta cambiando un bel niente: la manovra è miope e recessiva”.
Ancora, non poteva mancare il riferimento alla lotta per i diritti e la dignità del lavoro: “Tutti quelli che lavorano abbiano gli stessi diritti. Questa è una società che mercifica e sfrutta le persone, dobbiamo combatterla qui e ora. E’ un impegno che val bene una vita”. Infine il nuovo appello all’unità sindacale e alla necessità di una legge sulla rappresentanza: “Va ricostruita dal basso come ha detto Annamaria Furlan nel suo intervento qui al congresso. Dobbiamo avviare una nuova stagione unitaria, che non sia solo la somma di Cgil Cisl e Uil ma che ricostruisca l’unità sociale del mondo del lavoro”.
L’iniziale corsa a due con Vincenzo Colla per leadership del sindacato ha rischiato di spaccare la Cgil fino all’ultimo momento. La conta dei voti si è evitata solo alla fine: a Congresso già iniziato ieri Colla ha fatto un passo indietro e ha annunciato l’accordo per una soluzione. Ma ancora stamattina l’intesa sembrava in bilico ed era girata la voce di una rottura. Voce subito smentita dalla Camusso che ha parlato di “logica delle gole profonde” e ha definito “grave” che ci sia stato chi, “dietro l’anonimato, non avendo neanche il coraggio delle proprie azioni” abbia cercato “di boicottare la soluzione unitaria che ha trovato la Cgil”. In segreteria entrerà Emilio Miceli, leader dei chimici della Filctem a fronte delle uscite di Franco Martini per limiti di età e di Camusso appunto che dovrebbe restare in Cgil come responsabile delle politiche internazionali.
Landini sul governo: “Ad oggi non c’è nessun livello di confronto e di discussione con le organizzazioni sindacali”
Nella conferenza stampa successiva alla sua proclamazione, il neo segretario generale della CGIL, Maurizio Landini ha poi aggiunto, a proposito dei rapporti col governo gialloverde: “Noi abbiamo avanzato delle proposte. C’è una piattaforma… Continua su jobsnews