Il presidente Mattarella, nei giorni scorsi, ha riconosciuto le onorificenze della Repubblica a 33 cittadine e cittadini italiani che hanno “onorato” la Costituzione con gesti di solidarietà, di accoglienza, di inclusione sociale, di impegno contro i muri del razzismo e delle discriminazioni. Tra loro Roxana Roman, titolare del bar Roxy alla Romanina, a pochi metri dalle ville fortezza del clan Casamonica. Questa signora, arrivata dalla Romania insieme al marito Marian, ha avuto il coraggio di ribellarsi alla prepotenza e alla violenza di Antonio Casamonica e dei suoi sgherri.
Nel maggio dello scorso anno una ventina di persone riempie il bar. Una lunga fila attende il proprio turno al bancone. Antonio Casamonica e i fratelli Di Silvio non intendono rispettare la fila e cominciano ad insultare i baristi “rumeni” e i clienti. Una signora disabile li invita a moderare suoni e toni. La buttano a terra e cominciano a colpirla con le cinghie dei pantaloni. Quasi tutti i presenti escono a capo chino, senza neppure tentare di fermare la furia della banda, ma Roxana e il marito non tacciono, li contrastano, urlano, resistono, li cacciano dal locale.
Ora è arrivato anche il giusto riconoscimento da parte del Quirinale; tuttavia Roxana, il marito, i figli continuano a non godere della cittadinanza italiana che pure hanno più volte richiesto e sollecitato. Dal momento che l’articolo 54 della Costituzione recita “ Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica, di osservare la Costituzione e le leggi” non sarà il caso di esaudire la richiesta di questa famiglia rumena che ha difeso leggi e Costituzione mentre tanti altri, cittadini italiani a tutti gli effetti, preferiscono scappare dal “bar della legalità”?