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L’agghiacciante censura Rai su Claudio Baglioni

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Per la mia generazione Claudio Baglioni era un cantante di destra. Mieloso, disimpegnato, da cartolina. A me piaceva molto in effetti, ed era un tema di discussione con tanti amici di allora, che spesso dai cantanti volevano comunque e sempre un comizio. Già, un comizio. E oggi, 50 anni dopo quei piccoli grandi amori, Baglioni viene accusato di aver fatto un comizio perché, rispondendo ad una domanda di un giornalista nel corso della conferenza stampa per il festival di Sanremo, ha difeso la solidarietà con i migranti e la necessità dell’accoglienza. E non si capisce cosa avrebbe dovuto dire chi ha organizzato per anni di un evento all’insegna dell’accoglienza, O’ scia, che si svolgeva non casualmente a Lampedusa. E soprattutto appare agghiacciante che chiunque oggi manifesti solidarietà con i migranti sia accusato di essere nemico del popolo e degli italiani. Ancora più agghiacciante è che la censura venga dal servizio pubblico radiotelevisivo che ha scelto Baglioni per Sanremo e lo ha confermato alla luce di un successo di ascolti, e di critica, senza precedenti.

Il fatto che la direttrice di Rai 1 rivendichi questa censura e lo faccia con una lettera ad un sito che rappresenta il peggio del peggio del web e svolge qualcosa di simile alle attività che svolgevano giornali come OP nei lontani anni ’70 (ricatti, calunnie, illazioni, minacce, ecc.ecc.) rappresenta un ulteriore aggravante, al quale si aggiunge un invito alla censura e allo schierarsi politicamente da parte di un consigliere di amministrazione, peraltro ritenuto anni fa da molti giornali uno degli attivisti della cosiddetta “struttura delta” che lavorava all’interno della Rai a favore di Berlusconi. Lasciando perdere il fatto che chi oggi è al governo ha fatto campagna elettorale strillando che la Rai sarebbe stata finalmente liberata dai partiti, quello che spaventa è che siamo di fronte ad una voglia di epurazione che forse supera anche i tempi dell’editto bulgaro di berlusconiana memoria. Il peggio deve ancora venire, le elezioni europee si avvicinano e si cercherà di mettere a tacere ogni opinione libera e non propagandistica. Sarà una battaglia quotidiana in cui l’Usigrai e la Fnsi dovranno avere il massimo del sostegno per difendere l’articolo 21 della costituzione e il diritto di ogni cittadino di avere dall’azienda per cui paga il canone una informazione plurale e corretta. Niente di più, niente di meno.


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