Finora nessun giornalista che aveva svolto inchieste sui cosiddetti “Paradise Papers” – gli elenchi di esponenti politici, aziende e criminali che nascondevano soldi o possedevano proprietà in paradisi fiscali offshore – era mai stato condannato. Nulla di sorprendente che la prima condanna sia stata emessa in Turchia, la più grande prigione al mondo per gli operatori dell’informazione.
Martedì 8 gennaio un tribunale di Istanbul ha condannato la giornalista Pelin Ünker a 13 mesi di carcere e al pagamento di una multa equivalente a 1405 euro per aver scritto, nel novembre 2017 sul quotidiano Cumhuriyet, che l’ex primo ministro Binali Yıldırım e i suoi due figli possedevano delle proprietà sull’isola di Malta, beneficiando della generosa normativa locale sulle tassazioni.
Ünker è stata giudicata colpevole di “diffamazione” e “offesa” a mezzo stampa e ha annunciato che presenterà appello.