Uno show a Palazzo Chigi. Schiaffo di Di Maio ai giovani sulla “norma anti-divani”
Di Beppe Pisa
C’era da aspettarselo. Dopo lo show messo in scena all’aeroporto di Ciampino dai ministri Bonafede e Salvini, in occasione dello sbarco in Italia di Cesare Battisti, oggi lo spettacolo è tornato a Palazzo Chigi. I 5Stelle hanno avuto almeno il pudore di non ripetere la sceneggiata del balcone, come fecero quando pensavano di ottenere un deficit del 2,4, e che invece si rivelò una misura del tutto bugiarda e farlocca. Oggi toccava alla presentazione pubblica del decretone che introduce il reddito di cittadinanza, le pensioni di cittadinanza, e la riforma delle pensioni, la cosiddetta quota 100, con la complicazione del tfr per i lavoratori del pubblico impiego. I toni sono trionfali. Per l’occasione, anziché la solita saletta stampa, viene aperta addirittura la sala dei Galeoni del primo piano di palazzo Chigi, quella usualmente dedicata alle grandi occasioni. Tre podi, tre bandiere tricolori alle spalle di premier e vicepremier, mentre ricompaiono sullo schermo le slide – tanto amate dal governo Renzi – per illustrare il decretone che contiene le misure chiave del governo gialloverde, in “venti minuti” di Consiglio dei ministri. “E’ una tappa fondamentale per questa esperienza di governo, sono due misure che non rispondono a estemporanee promesse elettorale ma costituiscono un progetto di politica economica sociale di cui questo governo va fiero”, sorride Giuseppe Conte che rimarca: “Questo governo le promesse le mantiene, sono specifici impegni fatti al popolo italiano”. Per Luigi Di Maio “oggi fondiamo un nuovo welfare state in Italia per persone che i governi precedenti hanno spremuto come limoni”. Mentre Matteo Salvini parla di “un aiuto per dieci milioni di italiani” e dedica il decreto “alla signora Fornero e al signor Monti”.
Per il reddito di cittadinanza sono appostati 21,4 miliardi fino al 2021, mentre per quota 100 la previsione è di 22 miliardi in tre anni. Il totale nel triennio è di 43,4 miliardi divisi quasi esattamente a metà tra le due misure. Durante il vertice di maggioranza di questa mattina erano già stati sciolti i nodi che erano rimasti da definire: ad esempio quello sul Tfr agli statali per i quali è stata confermata la possibilità di incassare la liquidazione, “30 mila euro cash subito” ha assicurato Salvini.
Nel 2019 per il sussidio sono previsti 4,7 miliardi oltre alle risorse già stanziate per il Rei (2 miliardi). Il reddito e la pensione di cittadinanza sono destinati alla fascia di popolazione che si trova sotto la soglia della povertà assoluta, l’importo massimo erogabile è di 780 euro e verrà versato, a partire da aprile, dopo le dovute verifiche su una apposita carta, una normale PostePay, che si chiamerà Carta Reddito di Cittadinanza. La platea di chi percepirà il reddito di cittadinanza sarà “per il 50% al Sud e per il 50% al centro-Nord”, ha spiegato in conferenza stampa il ministro del Lavoro aggiungendo che è previsto anche un patto per la formazione siglato con enti di formazione bilaterale, enti interprofessionali o aziende, per chi non è adeguatamente formato per entrare subito nel mondo del lavoro. Dalla sottoscrizione del patto di lavoro e inclusione sono esclusi gli individui con disabilità e le persone che assistono figli sotto i tre anni. Previste anche delle sanzioni, il ministro le ha chiamate le “norme anti-divano”: tutti coloro che non sottoscrivono il patto di lavoro, non partecipano alle azioni formative, non accettano i lavori socialmente utili, rifiutano la terza offerta di lavoro congrua, forniscono dati falsi (in questo ultimo caso si arriva a una pena fino a 6 anni di carcere) decadono dal progetto del reddito.
“Chi aderisce – ha spiegato Di Maio – avrà un faro ulteriore su di sè che porteranno avanti i centri impiego e i navigator. Si potrà capire – ha sottolineato – se sta facendo il furbo oppure no”. A febbraio sarà pronto il sito internet per richiedere il sussidio e sarà operativo da marzo. Il reddito si potrà ricevere a partire da aprile. Dopo il 18esimo mese di reddito di cittadinanza, quindi nel caso di rinnovo della misura, il beneficiario dovrà accettare le offerte di lavoro che provengono da tutto il territorio nazionale. Le pensioni di cittadinanza, per gli over 65, saranno di 780 euro se il pensionato vive da solo e per un nucleo fino a 1.032 euro. Il ‘decretone’ stanzia per quota 100 “22 miliardi, soldi veri”, afferma Salvini, e parla di “un diritto degli italiani” che “quando si acquisisce è inviolabile” e dal quale si può solo andare avanti. Non sarà prevista “alcuna penalizzazione e nessun taglio” ha assicurato Salvini spiegando che la pensione è cumulabile con redditi fino a 5.000 euro massimi l’anno. “Il diritto alla pensione per 1 milione di italiani contiamo possa trasformarsi in diritto al lavoro per un altro milione di italiani che non deve scappare all’estero”, ha inoltre sottolineato Salvini.
Sono 1,32 milioni i nuclei familiari che beneficeranno del Reddito di cittadinanza, di cui 164 mila stranieri, si legge nella relazione tecnica dell’ultima bozza del decretone successiva al Consiglio dei ministri. Secondo una tabella riportata sempre nella relazione, in totale i nuclei di soli stranieri sono pari a 256 mila: di questi 92 mila non potranno accedere però al Reddito in quanto non “lungosoggiornanti” e non residenti da almeno 10 anni nel territorio italiano. “Per chi sarà nel programma del reddito di cittadinanza pensare di poter lavorare in nero sarà impossibile. Noi abbiamo creato una equipe, tra Ispettorato del lavoro e Guardia di finanza, che farà dei controlli. Questi controlli si acuiranno ancora di più se tu rifiuti la prima offerta. Sono sicuro che la maggior parte degli italiani in difficoltà non sono dei furbi”, ha confermato poi il vicepremier e ministro, Luigi Di Maio, ospite a Porta a Porta.
Fassina (LeU): “rischi di alimentare dumping sociale, lavoro nero, emigrazione forzata”
“Il cosiddetto Reddito di Cittadinanza e Quota 100 che il Consiglio dei Ministri ha approvato vanno nella giusta direzione. Rispondono a bisogni veri, sebbene siano risposte parziali e temporanee, puntellate da pericolose clausole di salvaguardia”, dichiara Stefano Fassina deputato LeU, che spiega: “Per il Reddito di cittadinanza, la scelta di confermare e irrobustire l’impianto del Reddito di inclusione è positiva e consente di affrontare con strumenti diversi le molteplici cause della povertà. Il problema è il legame con il lavoro, in quanto la domanda di lavoro da parte delle imprese non c’è per soddisfare l’offerta dei beneficiari del Reddito, in particolare non c’è nel Mezzogiorno. Sono evidenti quindi i rischi di alimentare dumping sociale, lavoro nero, emigrazione forzata. I problemi e i rischi sono ‘esterni’ al provvedimento: derivano dal quadro della politica economica, quindi dalla carenza di investimenti pubblici, fattore decisivo di domanda di lavoro in una una fase di stagnazione cronica”. “Purtroppo – conclude Fassina – anche il M5S, invece di affermare un impianto Keynesiano, si affida alla logica neoliberista supply side come i governi precedenti. Arriverà reddito a chi è in difficoltà, ma il lavoro rimarrà carente”.