L’importanza dell’azione di Leoluca Orlando va oltre il significato pratico di fermare momentaneamente l’applicazione del decreto Salvini che sospende i diritti dei migranti richiedenti asilo. Il sindaco di Palermo, uomo libero da sempre e ancora più libero adesso perché eletto fuori dagli schemi di partito in un’età non più giovane, è notoriamente in fine giurista riconosciuto a livello mondiale. Dunque, come lui stesso ha dichiarato, vuole approfondire giuridicamente le parti del decreto che vanno a ledere i diritti umanitari dei richiedenti asilo, come il divieto di iscriverli all’anagrafe, che è di competenza comunale. Il problema non riguarda il solo principio di costituzionalità, ma diventa una questione di diritto internazionale.
Nel giro di un’ora dalla dichiarazione di Orlando molti sindacai di comuni grandi e importanti e di una miriade di piccoli comuni soprattutto del sud ha aderito a questa posizione, da alcune dichiarazioni sembra quasi di capire con un senso di sollievo, perché qualcuno aveva lanciato il sasso nello stagno. E non parliamo solo di De Magistris, ma di Nardella, di Pizzarotti, dell’apertura del tutto inattesa del presidente della regione Sicilia Miccichè. Un fronte che spiazza, che riposta i sindaci di Forza Italia con Salvini e gli fa rilanciare il no al reddito di cittadinanza agli stranieri e che sta portando sulle posizioni di Orlando molti sindaci del movimento 5 stelle.
Questi sindaci sanno con certezza che si scatenerò contro di loro una guerra senza quartiere, sanno che su questo rischiano la rielezione, hanno messo in conto tutto questo perché credono che non si governa un paese con una perenne irresponsabile campagna elettorale e non si abdica ai propri valori, quando se ne hanno.
La forza dell’intervento di Orlando sta in quello che si è messo in moto, nel ripartire a ricostruire un’etica, una socialità, un senso di solidarietà che prenda il posto del bullismo di stato, dell’aggressività ostentata, della maleducazione dilagante. Basta silenzio assenso. In queste ore tutti i sindaci d’Italia stanno analizzando con attenzione le norme del decreto e stanno facendo studiare gli aspetti giuridici. Si è messo seriamente in movimento qualcosa. E chi crede nel valore dell’eguaglianza fra i popoli e della solidarietà non può tacere, mentre rimbomba ancora l’eco delle parole di Francesco sulla neo schiavitù diffusa nel nostro paese.