Un giorno fa il comico in un teatro, un altro fa il politico. Beppe Grillo teme il sorpasso. Alla fine dell’anno ha diffuso su Facebook un “contromessaggio” per il 2019, in parallelo con quello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dall’11 gennaio, invece, riprenderà a fare il comico. Si esiberà in Insomnia (Ora dormo!): comincerà da Napoli e poi per tre mesi calcherà i palcoscenici dei teatri di mezza Italia fino alla fine di marzo.
Nel suo discorso di Capodanno il paradosso e l’ironia s’intrecciano con le paure. In un video si è visto il suo viso posizionato su un corpo, mezzo nudo, di un culturista. Ha commentato: «Sono dentro questa singolarità che mi permette di non soffrire, di non avere più timori, paure, ansie».
Al garante del Movimento 5 stelle l’agognata conquista del governo da parte della sua creatura politica ha causato paure e incertezze. Certamente non gli piace essere contestato, fino a poco tempo fa non accadeva. A un ragazzo che a dicembre lo ha accusato di aver mollato il no alla costruzione della Tav (la linea ferroviaria di alta velocità Torino-Lione), ha risposto sdegnato e irato. Nei cinquestelle cresce il malcontento: i militanti e gli elettori sono scesi in piazza a Torino contro la Tav (sulla quale il governo M5S-Lega ha preso tempo), in Puglia contro la Tap (l’esecutivo ha approvato la costruzione del gasdotto che attraversa il mare Adriatico), a Roma contro il moltiplicarsi dell’inefficienza dei servizi pubblici (in testa rifiuti e trasporti) imputati alla giunta presieduta dalla sindaca Virginia Raggi.
Non solo. Tra i deputati e i senatori grillini cresce il dissenso: quattro parlamentari sono stati espulsi (tra cui Gregorio De Falco), alla Camera e al Senato in molti hanno attaccato il decreto sulla sicurezza voluto da Matteo Salvini e non l’hanno votato, altri hanno fatto le barricate contro il condono fiscale proposto dal segretario della Lega. Matteo Dall’Osso ha lasciato il gruppo pentastellato della Camera ed è passato a Forza Italia lamentando la scarsa attenzione ai gravi problemi dei disabili. Grillo teme il sorpasso. I provvedimenti più importanti del governo grillo-leghista (a cominciare dalla legge di Bilancio) passano solo a colpi di voti di fiducia. Nei sondaggi elettorali il M5S affonda al 25% dei voti dal 32% ottenuto alle politiche del 4 marzo.
Grillo è entrato in allarme. Ripetutamente è intervenuto per correggere la rotta del governo Conte-Di Maio-Salvini. In un video ha usato la satira e un monologo surreale per denunciare l’incertezza. Camuffato con una maschera da robot ha esortato: «Sfiduciate la fiducia o fiduciate la sfiducia o l’Elevato (cioè lui n.d.r.) non avrà più fiducia… Non sappiamo dove andiamo, cosa facciamo e cosa stiamo pensando». In una intervista a Il Fatto ha sollecitato il reddito di cittadinanza e l’aumento della benzina «a quattro euro» entro quattro anni in chiave di ecotassa.
Allarmi, paure, spinte, provocazioni. Sono tutti messaggi inviati al suo governo populista e, in particolare a Luigi Di Maio incappato in vari “incidenti”. Un duro colpo alla credibilità del capo politico del M5S, vice presidente del Consiglio, ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico è arrivato dallo scandalo del lavoro nero nell’azienda di Antonio Di Maio, suo padre. Grillo ha difeso Di Maio e ironizzato: «La carriola era senza assicurazione». Tuttavia ha accusato il colpo: «Ce la siamo cercata, quando dicevo onestà, onestà spiegavo che non te lo devi dire da solo che sei onesto, te lo devono dire gli altri». Grillo teme il sorpasso.
Onestà, ambiente, povertà. Grillo si era distaccato dal M5S che ha fondato: ha tolto il suo nome dal simbolo elettorale e ha ceduto al giovane Di Maio lo scettro di “capo”. Tuttavia continua ad essere il garante e la guida carismatica dei pentastellati, anche se alle volte criticata. Ha rimesso in riga Di Maio. Ha ripreso l’iniziativa perché si avvina un tornante elettorale decisivo: regionali, comunali e, soprattutto, voto europeo di maggio.
Grillo teme il sorpasso. Il governo non fa bene ai grillini. Il motore del Movimento 5 stelle si sta imballando: i sondaggi danno Matteo Salvini, il collega leghista di governo, sulla corsia di sorpasso elettorale con il 33% dei voti. Qualche mese fa Grillo lodava il segretario del Carroccio: «Di Salvini ci si può fidare». Adesso non lo dice più. Il comico-guru corre ai ripari, ha paura del sorpasso.