Salvini e Di Maio fanno l’amore con le peggiori destre europee. Siamo in recessione. L’indice della democrazia vede scendere l’Italia dal 21/o al 33/o posto
Di Alessandro Cardulli
Neppure l’Istat riesce, ammesso che lo volesse, visto che il futuro ha un volto ignoto e non si sa mai, a rincuorare i gialloverdi con i giochi che si possono fare con i numeri. Ormai siamo in recessione anche se questa parola fa paura. L’Economist boccia il governo italiano che, secondo i suoi analisti, ha fatto scendere nel 2018 l’Italia dal 21/o al 33/o posto nella classifica globale del ‘Democracy Index’ (Indice della Democrazia). In ribasso anche il voto complessivo, da 7,98 a 7,71 punti: voto complessivo che vede in testa la Norvegia (9,87 punti). Seguono l’Islanda (9,58) e la Svezia (9,39), mentre la Nuova Zelanda (9,26) soffia la quarta posizione alla Danimarca (9,22), che diventa quinta. Si conferma sesto il Canada (9,15), a pari merito con l’Irlanda (9,15), seguita da Finlandia (9,14) e Australia (9,09). Gli Usa (7,96) sono venticinquesimi e la Corea del Nord ultima (167/a 1,08 punti). Per quanto riguarda il dato relativo al mondo occidentale: l’Italia scende dal 15/o al 18/o posto, superata da Malta (13/a), Spagna (14/a), Portogallo (15/o), Francia (16/a) e Belgio (17/o).
Diminuisce il numero di chi cerca Lavoro. Fanalino di coda in Europa
È questo un dato che deve far riflettere. Se lo accoppi con il tasso di occupazione, stabile a 58,6% a ottobre su ottobre, su base annua solo 99 mila unità in più, luce di segnalazione di coda in Europa. Se consideri che questo aumento riguarda solo uomini con lavoro a termine c’è da mettersi le mani nei capelli. Aggiungi che i dati sulla occupazione sono tenuti insieme in un gracile equilibrio perché diminuisce il numero di chi cerca lavoro la frittata è fatta. Ancora, crescono gli inattivi ed i disoccupati risultano essere 2 milioni e 375 mila. Ti viene da dire bye bye reddito di cittadinanza, quota cento.
Il capo Lega prende mazzate da tutti gli organismi europei
Salvini prende mazzate da tutti gli organismi europei e fa pagare all’Italia un prezzo altissimo. I suoi amici ormai sono rimasti quattro scalzacani che governano in Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia, quelli del patto di Visegrad, sovranisti, reazionari, razzisti. Perseguitano chiunque osi mettersi di traverso contro regimi autoritari. Le libertà democratiche manco a parlarne, i giornalisti finiscono in galera, quando va bene. Dice Salvini che “Italia e Polonia saranno protagoniste di una nuova Europa, che la sicurezza si garantisce con la protezione delle frontiere esterne non con la distribuzione dei migranti”. Sembra Trump, ma come è noto l’originale è sempre meglio della copia. Ma ad uno come Salvini vanno bene anche gli scarti. Già che c’era per far capire meglio, se qualcuno era ancora incerto ha latrato: “Scafisti e terroristi a casa”. Altro che farne sbarcare altri o mandarli a prendere con barconi e aerei. “Stiamo lavorando per rimandarne a casa un bel po’” afferma, come riferiamo in altra parte del giornale. E dà un appuntamento notturno a Conte che ha accettato la proposta della Commissione Ue che prevede lo sbarco a Malta dalle due navi e l’accoglienza dei migranti in otto paesi europei. Annuncia una notte dei lunghi coltelli.
Il capo grillino respinto dalle magliette gialle francesi moderate
Di Maio è più “signore”. Ma non troppo. Lui è stato l’autore della proposta che divideva le famiglie, bambini e donne sbarcano, i mariti restano a bordo. Non si sa dove andranno a finire. La proposta è bocciata. E, forse, la soluzione è stata trovata. Diciamo forse perché non si sa mai. L’Italia può giocare un ruolo importante per dare soluzioni positiva alla vicenda dei migranti. Quando si vuole si può. La prova: alla fine pare, diciamo pare perché in Italia e in Europa del “diman non c’è certezza” scriveva il poeta. E in questo momento così importante per l’Europa che ti fa il Di Maio? Si fa intervistare dal Fattoquotidiano, l’house organ della Casaleggio. Rafforza il suo appoggio alle magliette gialle. Ribadisce che sta formando un gruppo europeo. Risposta entusiasta da parte di Eric Drouet leader dell’ala dura, quelli che stanno portando devastazione nelle strade di Parigi e di altre città francesi. Jacqueline Mouraud, leader dell’ala moderata invece ha denunciato “l’ingerenza del capo politico M5S negli affari interni francesi”.
La banda degli incapaci si è insinuata in ogni buco di governo
La banda degli incapaci non finisce qui. Si è insinuata in ogni buco di governo, avvinta come l’edera. Ascoltavamo qualche giorno da una tale, non ricordiamo bene se ministra o sottosegretaria, doveva rispondere a nome dell’esecutivo ad una interrogazione presentata dai deputati di Leu sul confronto con tre Regioni, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna che rivendicano maggiore autonomia. Dava la sensazione di non conoscere neppure l’argomento. Per essere ancora più chiari. Non conosceva proprio l’argomento.