Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, attacca la Rai regionale (secondo lui “una tv di parte, con un chiaro indirizzo politico”) e nella sua furia iconoclasta contro l’informazione e i giornalisti fa persino confusione, scambiando l’Assostampa Fvg con il Circolo della stampa di Trieste.
Sostiene infatti Fedriga: “La decisione del sindacato di farsi veicolo di promozione, come riportato da organi di informazione nazionali, di un convegno negazionista sulle foibe è infatti un atto di inaudita gravità, teso a svilire quel percorso di pacificazione e di ripristino di una verità storica troppo a lungo messa a tacere. Assostampa chiarisca dunque pubblicamente la propria posizione: un diritto inalienabile quale la libertà di espressione non diventi pretesto per giustificare la realizzazione di iniziative irrispettose nei confronti della memoria di un intero popolo. Utilizzare la storia del secondo dopoguerra sul confine orientale per gettare sale sulle ferite e alimentare le divisioni è, specie alla luce del percorso compiuto dalla nostra comunità negli ultimi decenni, non solo discutibile ma profondamente sbagliato”.
Titolo del comunicato: “Assostampa si preoccupi di tutelare i giornalisti e la smetta di fare attivismo politico”.
Peccato che Assostampa non abbia organizzato nessun “convegno negazionista”. Forse il governatore si riferisce alla recente presentazione di un libro che è stata ospitata dal Circolo della stampa di Trieste, che è ovviamente altro soggetto, e che da sempre ospita nella sua sala dibattiti, convegni e presentazioni aperti a tutte le opinioni e idee. Con una sola discriminante: quella antifascista, secondo i principi del dettato costituzionale. E senza negare nessuna delle tragedie che hanno tristemente segnato il Novecento di queste terre: leggi razziali, risiera di San Sabba, foibe.
Fra l’altro il collega che ne ha scritto sul “Giornale” è stato più volte gradito ospite, anche recentemente, nell’ottobre scorso, del Circolo della stampa che oggi attacca pesantemente. E va segnalato che dopo l’articolo, sulla sua pagina Facebook, sono apparsi pesantissimi commenti – non ancora rimossi – con minacce e insulti alle autrici del libro presentato a Trieste.
E veniamo alla Rai regionale, riportando il comunicato del Comitato di redazione. “Nella diretta Facebook in cui ha informato il pubblico social dei contenuti dell’incontro avuto con una delegazione del Governo, il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha accusato la Rai regionale di essere “una tv di parte, con un chiaro indirizzo politico” con servizi che “molte volte sono bugie comode a qualcuno” mettendo in guardia il pubblico dal nostro operato. Un attacco al servizio pubblico che respingiamo con forza e che dimostra ancora una volta la sfrenata voglia della politica di condizionare l’informazione. Siamo noi, al contrario, a mettere in guardia i nostri telespettatori, radioascoltatori e lettori dalla propaganda violenta con la quale si tenta di imporre un pensiero unico e, allo stesso tempo, di delegittimare chi ogni giorno punta ad informare anche sui temi della politica in modo equilibrato. Che il nostro lavoro sia efficace e corretto lo testimoniano il crescente gradimento del pubblico, con un aumento costante degli ascolti, e le valutazioni dell’osservatorio di Pavia che monitora costantemente l’informazione politica del servizio pubblico anche in Friuli Venezia Giulia e che, nell’ultimo report trasmesso, evidenzia “un sostanziale equilibrio tra i diversi schieramenti politici” e, anzi, “una sovraesposizione in voce” proprio del presidente Fedriga”.
Nulla da aggiungere all’esaustivo comunicato. Tranne che l’Assostampa Fvg anche in questo frangente è al fianco dei colleghi della Rai, proprio come è al fianco di tutti i giornalisti, professionali e collaboratori, precari e pensionati, che da sempre rappresenta e tutela. Un impegno oggi particolarmente gravoso, soprattutto in questo momento di attacco alla libera informazione e alla categoria dei giornalisti.
Da ultimo, Assostampa Fvg non ha mai fatto e non fa “attivismo politico”. Rappresenta e tutela come può i colleghi, anche quelli delle due agenzie di stampa edite dalla Regione Fvg, cui ora si vuole negare persino il contratto di lavoro giornalistico. Notiamo che semmai è proprio il governatore (che recentemente ha persino difeso il vicesindaco di Trieste dopo il tristemente noto episodio delle coperte di un senzatetto gettate nelle immondizie) a esser purtroppo rimasto un attivista politico, mentre per il suo ruolo istituzionale dovrebbe rappresentare tutte le cittadine e i cittadini del Friuli Venezia Giulia. Anche quelli che non la pensano come lui.