Secondo i rappresentanti del governo italiano, la nave doveva ripararsi in Tunisia. Ma l’ong tedesca rende note le comunicazioni con il centro di coordinamento olandese e spiega che la Tunisia non ha mai risposto alla richiesta di fornire un porto sicuro. Intanto aperta un’inchiesta
ROMA – La Sea Watch doveva andare in Tunisia, ma l’imbarcazione dell’ong tedesca con a bordo 47 persone (tra cui 13 minori non accompagnati) avrebbe comunque fatto rotta verso l’Italia, disattendendo le indicazione ricevute. E’ su questo punto che insistono i ministri dell’Interno, Matteo Salvini, e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli accusando l’equipaggio della nave. Il procuratore di Siracusa, Fabio Scavone, ha aperto un’inchiesta, l’ipotesi che circola è che nelle prossime ore la nave possa essere sequestrata, tutto l’equipaggio potrebbe dover rispondere dell’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il procuratore ha però precisato che il comandante della nave “non è indagato”. Alle accuse replicano i rappresentanti dell’ong tedesca, mostrando le comunicazione tra il comandante della nave e il centro di coordinamento olandese. E spiegando perché alla fine la nave si sia diretta verso l’Italia.
La replica di Sea Watch: “La Tunisia non ha mai risposto”. “Lo scorso 23 gennaio Sea-Watch, a causa dell’arrivo di una forte perturbazione da nord-ovest, definita ciclone mediterraneo, abbiamo avuto diverse comunicazioni con il JRCC olandese e con la capitaneria di porto di Lampedusa – spiega l’ong tedesca -. Il centro di coordinamento marittimo olandese, dopo aver preso atto dell’impossibilità di entrare nel porto di Lampedusa, ha informato la nave che l’opzione di trovare riparo in Tunisia poteva essere percorribile. Il governo olandese ha quindi contattato il governo tunisino, senza però ricevere alcuna risposta”. Già a novembre alla Sea-Watch era stato negato l’approdo in Tunisia per fare rifornimento e per ripararsi durante… Continua su redattoresociale