BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Ancora silenzio e più dubbi sul rapimento di Silvia Romano

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È calato il silenzio sul rapimento in Kenya della giovane cooperante italiana Silvia Romano. I fatti risalgono al 20 novembre scorso, quando è giunta la notizia del sequestro della nostra connazionale nel villaggio Chakama, contea di Kilifi. La ragazza era arrivata in Africa con un progetto dell’associazione onlus Africa Milele.

Nelle prime settimane dopo il rapimento, si sono succeduti alcuni avvenimenti importanti, come arresti da parte della polizia kenyota e rivelazioni incoraggianti, che hanno fatto sperare in una risoluzione a breve di questo drammatico episodio.

Oggi, però, a due mesi dalla sera della sparizione della giovane cooperante, non trapelano grandi novità, ma soltanto confusione e silenzi su eventuali strategie in corso da parte delle forze di polizia del Kenya, della Farnesina, dei corpi diplomatici. Riserbo o stallo?

Sin da subito è apparsa poco credibile l’ipotesi di atto terroristico, secondo la quale uomini somali di Al Shabaab avrebbero condotto il rapimento nell’ambito di un’azione di terrorismo fondamentalista. Piuttosto, ha preso strada l’idea di un atto violento di una banda armata di delinquenti locali. Ci sarebbe stato un vero e proprio attacco armato da parte di un commando, con cinque cittadini rimasi feriti. Secondo testimonianze del posto, gli uomini avrebbero prima preso d’assalto un mercato e poi si sarebbero diretti verso la casa dove alloggiava Silvia, prendendola con loro. Le avrebbero quindi chiesto subito dei soldi. Si tratta di rapimento a scopo di denaro?

Nei giorni seguenti la polizia locale ha iniziato un’intensa operazione di retate e arresti tra sospettati della zona, fermando fino a 20 persone circa già dopo due giorni dal sequestro. Ad una settimana dal rapimento, il tenente Meragay, a cui è stato affidato il comando delle operazioni di ricerca, aveva mostrato un certo ottimismo sulla possibilità di liberare presto la ragazza italiana. Forze di polizia e militari, con base a Garsen, nella contea di Tana River, hanno quindi annunciato di essere vicini alla liberazione e di aver accerchiato… Continua su vociglobali


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