“Si cerca di distruggere il bene. C’è da preoccuparsi”. La frase senza sconti di un “mite”, di un frate di Assisi, ha costretto il Governo in carica a riconoscere l’errore nella cancellazione dello sconto del 50% sull’Ires applicato alle associazioni di volontariato. Nessuno come Padre Enzo Fortunato, direttore della rivista di San Francesco, ha ottenuto tanto in questi giorni di tregenda che hanno animato l’approvazione della manovra di bilancio dello Stato. Lui, invece, sì perché ha sintetizzato il concetto del “contrasto del bene”. Con un provvedimento legislativo senza precedenti si è andati a minare l’autonomia e/o la stessa sopravvivenza di centinaia di associazioni che aiutano i più deboli della società, senza fini di lucro.
“Quella norma va cambiata – ha dovuto ammettere il vicepremier Luigi Di Maio poche ore dopo la pubblicazione delle considerazioni di Padre Enzo Fortunato – e lo faremo col primo provvedimento utile. Ringrazio i frati di Assisi per ciò che fanno”
Per padre Enzo questo passo indietro “è importante e adesso aspettiamo i fatti”.
Se gli si chiede perché ci siano in circolazione così tanti provvedimenti legislativi che “puniscono” il mondo cattolico dice che “è il momento di dare tempo e spazio agli annunci di revisione. Stiamo a ciò che ha detto il Premier Giuseppe Conte circa la correzione della norma sull’Ires e sul tavolo che si aprirà per i fondi all’editoria che riguardano tanti giornali cattolici. Io dico – aggiunge – che se c’è un disegno contro la Chiesa cattolica e il suo mondo, esso verrà fuori, si scoprirà volontariamente o involontariamente. Ma si scoprirà “. Padre Enzo è un comunicatore, anzi promotore di una certa idea di comunicare. E non a caso a ottobre scorso proprio ad Assisi con la collaborazione della Rivista di San Francesco è stata adottata la carta dedicata alla comunicazione senza odio, “Le parole non sono pietre”, volta ad assicurare un racconto dei fatti senza parole d’odio e violenza. Un obiettivo difficile ma possibile, condiviso con Articolo 21 e firmato da moltissimi giornalisti che credono che un’informazione non violenta sia possibile.
Ma, buoni propositi e buoni vocaboli, a parte va detto che negli ultimi mesi la Chiesa cattolica e i suoi pilastri morali improntati alla solidarietà, all’aiuto degli ultimi, improvvisamente, sono diventati il capro espiatorio, l’avversario da indicare agli astanti del web, il nemico da combattere con le armi economiche. Questo Governo, di cui fanno parte convinti assertori di principi cattolici, anche arcaici, ha individuato nel mondo cattolico il suo obiettivo da buttare giù, da superare. Sembra un paradosso ma ormai le prove sono troppe per far finta di nulla. Il punto più basso è stato toccato poco prima di Natale con un Ministro dell’Interno “scatenato” contro Avvenire, il giornale della Conferenza episcopale italiana, “reo” di “prendere sei milioni di euro” mentre “tanti cittadini faticano a tirare avanti”. Ma quelle parole scagliate lì, nel bel mezzo della polemica sul taglio ai fondi per per l’editoria, non erano una sorpresa. Lo stesso Ministro la scorsa estate se l’era presa con la Chiesa e con i Vescovi scesi palesemente in campo contro la barbarie del respingimento delle navi dei migranti e, in generale, contro una politica sull’immigrazione che ha tolto ogni spazio e ogni speranza alla solidarietà. Il fatto che i tagli al fondo per il pluralismo dell’informazione siano una mannaia proprio per Avvenire non è casuale, come non lo sono le conseguenze che si avranno su Manifesto e Radio Radicale, due organi d’informazione che hanno svelato, numeri e fatti alla mano, le pesanti anomalie delle politiche su economica e immigrazione dell’esecutivo in carica. Eppure la sforbiciata sui contributi ai giornali non era tutto nel disegno politico di annientare il nemico politico che rappresenta il Paese solidale. No, c’era dell’altro, l’aumento delle imposte a carico dei bilanci delle associazioni no profit. Molte di esse sono d’ispirazione cattolica e rappresentano la seconda gamba (talvolta la più importante e disinteressata) del welfare. Vista così sembra una brutta persecuzione. Ma, stiamo alle parole autorevoli di Padre Enzo, e vediamo se ci saranno davvero revisioni normative.
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