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Supercoppa Arabia Saudita. Lo spettacolo non deve andare avanti

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“Pecunia non olet”, un detto latino più che mai attuale in un mondo segnato dagli interessi di cassa e nel quale i valori sembrano non avere più alcun valore.
E’ così anche nel calcio, lo sport più popolare nel nostro Paese e che – come viene più volte ricordato- è sempre meno occasione per esaltare i principi di lealtà, correttezza e rispetto dell’avversario per diventare sempre più “macchina da soldi”. Oddio, per chi -ormai in tutto il mondo- investe in questa vera e propria industria, puntare al profitto non è certo un peccato. A volte, però, sarebbe consigliabile un momento di riflessione (e di prudenza) quando le offerte multimilionarie per le partite “di grido” vengono da soggetti i cui comportamenti hanno poco a che fare con l’etica sportiva o con l’etica tout court.
Una lunga premessa per sottolineare la convinta adesione di “Articolo 21” all’appello lanciato dal segretario dell’Usigrai Vittorio di Trapani sulle colonne di “Tuttosport” perché si fermi la “macchina” della Supercoppa di calcio fra Juventus e Milan in programma il 16 gennaio a Gedda, la seconda città dell’Arabia Saudita.E’ la nazione il cui principe ereditario è stato messo sotto accusa  dalla comunità internazionale per l’omicidio del giornalista dissidente Jamal Kashoggi, avvenuto nell’ottobre scorso nell’ambasciata araba di Istanbul. Un Paese -quello saudita- nel mirino di “Amnesty International” e “Freedom House” per la mancanza di democrazia e di spazio per la libera informazione.
Ma il calcio -si sa- può diventare da una parte “l’oppio dei popoli” e dall’altra garantire quel “profumo di soldi” che cancella/fa dimenticare diritti e doveri. Di qui l’appello del segretario del Sindacato dei giornalisti Rai perché’ la Lega Calcio (che ha stipulato con l’Arabia saudita un contratto triennale da oltre 20 milioni di euro per la nostra Supercoppa) ci ripensi.                              Il neo-presidente Micciche’ nel suo discorso di insediamento ha parlato di un progetto fatto di “serietà e condivisione”, ma poi ha detto sì all’offerta di un Paese nei cui confronti si registra una condivisione si’, ma della condanna per la tragica vicenda Kashoggi. Importante -sottolinea giustamente Di Trapani- anche il ruolo che possono “giocare” Juve e Milan.             Valgono più i 3 milioni di euro a testa previsti dal contratto o il messaggio negativo che quella partita lancerebbe : “qui non c’entra la politica, e’ solo calcio etc etc”?
Ecco perché ancora più rilevante e’ l’invito di Vittorio di Trapani al mondo dell’informazione, cioè Direttori dei quotidiani , tv, radio e siti sportivi, perché si riuniscano e facciamo sentire più forte il NO alla Supercoppa in Arabia Saudita. Mancano solo pochi giorni al 16 gennaio, ma c’e ancora tempo per fermare chi dice che lo “spettacolo deve andare avanti”, anche se un giornalista ha pagato con la vita il suo impegno a raccontare scomode verità sul regime arabo.


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