Soltanto a Roma sono circa 8.000 le persone costrette a vivere in condizioni di povertà estrema. Secondo le stime della comunità di Sant’Egidio, almeno 2.500 dormono in strada e altrettante trovano rifugio in edifici abbandonati o altri insediamenti. Solo una parte può contare sull’ospitalità di centri parrocchiali (1.700) o di strutture convenzionate con il Comune (800).
Eppure la solidarietà non manca e nelle molte città in cui opera la Comunità crescono i punti di assistenza e ricovero a cui rivolgersi. La “Guida Michelin dei poveri”, giunta ormai alla sua 29esima edizione, ne raccoglie indirizzi e contatti per offrire ai senza tetto uno strumento utile alle prime necessità, e ai volontari la possibilità di mettersi a disposizione più facilmente. Assieme alle persone senza fissa dimora (oltre 50mila in tutta Italia secondo l’Istat), aumentano infatti anche quelle che hanno voglia di dare una mano, cresciute del 20% nel 2018. «C’è un popolo solidale che cresce e trova in Sant’Egidio un riferimento.
Un popolo variegato e fantasioso – ha detto don Marco Gnavi, parroco di Santa Maria in Trastevere, nel corso della conferenza stampa di oggi. Viviamo in un tempo complesso, ma dobbiamo mostrare a tutti che è possibile uscire dalla strada. Le istituzioni devono fare la loro parte ma anche i cittadini: siano solidali sentinelle, si accorgono degli invisibili e facciano qualcosa. A volte basta un interesse piccolo a cambiare la vita delle persone ferite, ma anche per cambiare la nostra».
“Dove mangiare, dormire, lavarsi”, che è poi il vero nome della guida, contiene gli indirizzi di 879 servizi, tra cui mense, centri di ascolto, strutture doccia e sportelli per alcolisti e tossicodipendenti. Sarà stampata in 10mila copie e distribuita ai poveri e agli operatori. «Molti centri non hanno chiesto di essere censiti perché si tratta di piccole iniziative di accoglienza, ma sono comunque importanti – ha continuato il sacerdote –. Le istituzioni dovrebbero assecondare questa creatività solidale passando da una gestione emergenziale della povertà alla progettualità. A queste persone e stata sottratta la dignità e la loro esistenza è una domanda aperta, dare una risposta è un dovere di tutti».
A sponsorizzare la guida c’è anche chi ne ha fatto uso in prima persona e ora si adopera per gli altri assieme alla comunità: «La cosa peggiore della povertà è la solitudine – dice Sergio, 76 anni, molti dei quali vissuti in strada –. Grazie alla Comunità di Sant’Egidio sono tornato ad essere una persona normale e ho iniziato anche io a dare una mano. La guida Michelin dei poveri è uno strumento necessario e c’è tutto quello che serve per vivere dignitosamente e tornare ad essere quelli di prima».
La rete di Sant’Egidio distribuisce nella Capitale cinque tonnellate di cibo a settimana e tre di indumenti. Consegna 22mila coperte all’anno, assieme a 12mila prodotti per l’igiene personale. Un impegno continuo che si affianca a quello degli oltre 5mila operatori impegnati nella distribuzione di cene in strada.
Come da tradizione, anche questo Natale l’associazione organizzerà centinaia di pranzi ospitati da mense sociali, centri per gli anziani e carceri. L’obiettivo per il 2018 è quello di mettere a tavola 60mila persone tra bisognosi e volontari di cento città italiane. Lo stesso si farà in 77 paesi in tutto il mondo. Per sostenere l’iniziativa Sant’Egidio ha attivato la campagna “A Natale aggiungi un posto a tavola” per aiutare gli organizzatori donando 2 euro con un sms o una telefonata da rete fissa al numero 45586.
Matteo Marcelli, Avvenire
Da sanfrancesco
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