Grazie ai colleghi di Articolo 21 per il premio per la libertà di stampa che hanno voluto consegnarmi il 13 dicembre a Roma. Un ringraziamento particolare a Graziella Di Mambro Pedoto per aver segnalato l’articolo per il quale sono stato premiato, pubblicato ad ottobre sull’Huffington Post, di cui ringrazio il condirettore Gianni Del Vecchio. Sono orgoglioso e onorato di questo riconoscimento.
C’era un tempo, non troppo lontano, in cui si lottava per i diritti mentre oggi, troppo spesso, le lotte si fanno per difenderli. Tutto ciò mette tristezza e anche un pizzico d’angoscia, contribuendo a rendere incerto il futuro e sempre più difficili questi anni.
E allora ben vengano momenti come quello di ieri, che fanno riflettere e fanno morale per chi in questo Paese sente dentro di sé che è ancora forte il desiderio e la voglia di impegnarsi perché crede nel valore dei diritti su cui si fonda la nostra democrazia.
Dobbiamo però impegnarci a trasmettere ai più giovani questo desiderio, da rinnovare giorno per giorno, ora per ora. Raccontavo giusto ieri sera come le persone più deboli, come sono i disabili, debbano confrontarsi insieme alle loro famiglie con una società nella quale spira forte il vento dell’esclusione. Gli ignoranti che occupano i parcheggi dedicati; le scuole che ostacolano l’inclusione di ragazzi che chiedono solo di esserci; i ristoratori che non gradiscono la diversità che può disturbare. La lista si allunga di continuo facendo cadere, ogni volta, un pezzetto di quel diritto” che abbellisce le pareti della nostra società, sempre più qualunquista e sorda, e alla fine indifferente proprio verso i più deboli.
Non voglio neppure immaginare il mondo dei tanti che vorrebbero vedere i ragazzi speciali, come mio figlio, imbottiti di farmaci in qualche casa di cura con noi genitori un giorno a settimana che andiamo a trovarli. Quel mondo non deve tornare. Me lo ricorda Matteo ogni mattina quando mi saluta per andare a scuola con il suo sorriso, bello come la vita.
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