Bella l’intervista di Nanni Moretti su Il Venerdì. Parla del suo ultimo lungometraggio Santiago, Italia, di quando eravamo capaci di soffrire per gli altri e di accoglierli. Vedrò questo suo lavoro appena sarà nelle sale, perché m’incuriosisce questo esperimento di “retro-preveggenza”, ovvero capire il nostro futuro da drammi passati. Moretti guarda al Cile del golpe, per capirne le implicazioni con il presente italiano. Non siamo certo allo scontro armato, ma anche in Italia razzismo, xenofobia e familismo si stanno saldando nel conformismo della paura.
E la paura ingiustificata di tutto – la “pan-paura” – è eversiva. Perché rende desiderabile la violenza come portatrice di ordine. La chiusura, come portatrice di sicurezza. Il “prima gli italiani”, come abrogazione dell’uguaglianza a vantaggio dell’identità minacciata. “Non sono imparziale”, dice Moretti. Ecco, quando la democrazia è a rischio – prima che sia in pericolo – abbiamo bisogno di persone che dicano pubblicamente che sono dalla parte dei valori della democrazia. Perché il coraggio di ognuno incoraggia tutti; è l’antidoto alla pan-paura. E rende viva la Costituzione. Scritta da coloro che erano così di parte, da farsi chiamare partigiani.
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