La guerra alla verità

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I Guardiani li chiama la rivista Time che non esita a denunciare  in copertina quella che chiama la “guerra alla verità”. Persona dell’anno 2018 sono  4 giornalisti e un quotidiano americano che hanno pagato un prezzo molto alto per  svolgere  in modo onesto il loro lavoro. Jamal Khashoggi, editorialista del Washington post  sparito dentro il consolato saudita di Istanbul, la filippina Maria Ressa minacciata dal regime di Duterte per le notizie scomode che pubblica sul   sito on line Rappler che dirige, i giornalisti birmani della Reuters Wa Lone, Kyaw Soe Oo finiti sotto processo con accuse fabbricate e condannati a 7 anni di prigione,  la testata Capital Gazette di Annapolis dove  un uomo per vendetta contro un articolo  che lo riguardava, ha aperto  il fuoco nella redazione uccidendo 4 reporter.4 copertine diverse per ricordare come oggi  sia diventato pericoloso il mestiere di giornalista. 52 giornalisti sono stati uccisi nel 2018 ma tanti altri sono imprigionati nelle carceri di regimi dittatoriali o vivono sotto scorta bersaglio della criminalità  come accade nel nostro paese dove politici senza scrupoli hanno osato definire i giornalisti pennivendoli e puttane. Trump non perde occasione per attaccare le testate che scrivono notizie scomode. Fake news  definisce tutto ciò che non gli piace ed è ormai  in  guerra aperta con New York Tims, Washington Post e la rete televisiva CNN che è stata costretta a ricorrere  anche alla magistratura vincendo.  Sono tempi duri per la stampa ovunque, in Italia e nel mondo. E proprio per questo scrive il direttore di Time  Edward Felsenthal, i 4 giornalisti e la Capital Gazette sono  i rappresentanti di un numero imprecisato di altri reporter che in tutto il mondo rischiano la vita per raccontare  storie del nostro tempo. Il 2018 è stato l’anno dell’abuso della verità e della sua manipolazione secondo Time. La stampa può fare errori, ma svolge un ruolo fondamentale e più viene attaccata da chi sta al potere più il suo ruolo diventa essenziale.

 


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