Non c’è nulla di più equo e necessario che tassare i ricchissimi per distribuire il ricavato ai poveri. A questo serve la tassa sulla speculazione finanziaria, ovvero su quel frenetico acquisto e vendita di titoli e altri formati, che ogni giorno si svolge nelle borse mondiali, concentrando enormi ricchezze in poche mani. Può l’Europa porre questa Tassa sulle Transazioni Finanziarie (TTF) almeno al suo interno? 10 Stati hanno deciso di provarci con una cooperazione rafforzata e oggi ne parlano in un incontro informale. Questo perché un milione di cittadini europei ha fatto sentire la propria voce, insieme a oltre 3500 associazioni della società civile, formando insieme la “Robin Hood Tax Campaigns”. Per l’Italia, c’è la nostra rete “ZeroZeroCinque”, che riunisce oltre 60 associazioni e ha ottenuto anche un Ordine del Giorno a favore della TTF da parte del Comune di Milano e il deposito della stessa richiesta nel Comune di Roma.
Ora Francia e Germania esitano. Il pericolo non è la fine dell’accordo dei 10 Stati, che solleverebbe una reazione clamorosa di tutti i sostenitori, ma lo svuotamento dei suoi obiettivi, riducendo l’applicazione della tassa dall’importo di ogni singola transazione, al saldo di quelle svolte nel singolo giorno. Una pacchia per gli speculatori, un danno enorme per chi invece vuole destinare il gettito della TTF alle fasce più povere della popolazione per servizi pubblici, politiche attive del lavoro, lotta alla povertà, solidarietà internazionale e contrasto ai cambiamenti climatici. Parliamo di cifre importanti: se fosse entrata in vigore dal 2017, avrebbe prodotto già 40 miliardi di euro!
Per questo abbiamo scritto al Ministro Tria. Per questo stiamo con il fiato sul collo – insieme ai compagni europei – di tutti i ministri dei Paesi cooperanti. Per questo vogliamo un’Europa unita e diversa, dove la giustizia sociale sia la sua priorità, la nostra identità.
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