Giocare coi numeri sul pluralismo e sulle vite familiari e professionali delle persone e’ inaccettabile (anche se poi magari a chi non lavora piu’ daranno un reddito di cittadinanza!). Bussolotti anziche’ ragionamenti e strategie, quasi uno scalpo i tagli sulla base di uno slogan in base al quale i sostegni ad alcuni giornali determinerebbero una sorta di concorrenza sleale. Se non ci fosse il presidente Mattarella a ricordare come vadano interpretati i principi costituzionali si sarebbe completamente spenta la luce sullo spirito della nostra carta Fondamentale a cominciare dall’interpretazione che Calamandrei dava dell’articolo 3: situazioni uguali vanno disciplinate in maniera uguale, situazioni diverse in maniera diversa. Qui invece e’ calata la tagliola dell’oscurità. Più complessivamente una parte del governo non riesce a nascondere il proprio fastidio verso un potere di controllo che potrebbe osteggiare, essendo il giornalismo fatto per i governati e non per i governanti, qualche verbo ormai di potere. Gli inediti insulti di un ministro della Repubblica a un’intera categoria sono solo la parte emersa agli occhi di qualunque cittadino. Ma l’attacco e’ a tutto campo. E visto che con le percentuali dei tagli lineari che ballano giorno dopo giorno vengono letteralmente dati i numeri, noi contrapponiamo i nostri ovvero il terno della liberta’ di espressione: 10-19-21. Non e’ un giochino, e’ la ragione per la quale chi rappresenta un ente pubblico ad appartenenza necessaria (che tuttavia ha nella sua natura giuridica anche la componente associativa) come l’ordine dei giornalisti puo’ e deve essere in piazza insieme al sindacato, alla Fnsi. A quei numeri corrispondono gli articoli della Convenzione europea dei diritti umani, della dichiarazione universale dei diritti umani, di cui proprio lunedi’ 10 si celebrano i 70 anni e della Costituzione italiana sulla manifestazione del pensiero. Corrisponde a uno sviluppo logico sostenere che chi, dando i numeri che gli aggrada, contrasta quei principi, e’ un avversario della liberta’ di stampa.