BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

“Il silenzio è connivenza. Bisogna reagire, ma tutti insieme”

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“Quand’è che hai perso il senso della normalità?” Forse è stata la domanda più agghiacciante posta da una blindata a un blindato. A Ostia, negli uffici recuperati alla mafia del patron del porto turistico, è andata in scena una situazione inedita e incrociata, davanti a un pubblico (numeroso) colpito sotto la cintola. Federica Angeli che intervista Paolo Borrometi: due sotto scorta che si confrontano, rendendosi ben presto conto di destini incrociati non perché il litorale romano sia uguale alle campagne di Ragusa ma perché sono assolutamente identici i percorsi di chi decide di sfidare la mafia. Sia Federica che Paolo, per esempio, accusati dalla “gente” di inquinare i propri territori sfidando i boss quando i boss opprimevano invece tutto e tutti. Al centro dei discorsi naturalmente c’è stato il racconto della paura. Che poi non è altro che l’altra faccia del coraggio. “Noi non siamo eroi né abbiamo la vocazione di diventarlo”, ha detto Paolo. “Siamo solo cittadini, e giornalisti, che fanno il loro dovere” ha aggiunto Federica. Come se fosse normale vivere un’altra vita come ha raccontato la Angeli nel suo “A mano disarmato” o come ha testimoniato Borrometi nel suo “Un morto ogni tanto”, due storie parallele di minacce e di intimidazioni ma anche la soddisfazione di aver trascinato tante persone di buona volontà alla reazione, ad alzare la testa, facendo nomi e cognomi. Aggiungendo particolari da far accapponare la pelle come il violento pestaggio subito da Paolo Borrometi e soprattutto l’incubo dell’autobomba sfiorata “perché ti senti inerme, hai come un vuoto”. Poi la conclusione parallela, condivisa. “Il silenzio è connivenza. Bisogna reagire, ma tutti insieme”. Un’altra grande lezione da chi rischia la propria vita per difendere la libertà di un’intera comunità dove per il riscatto vale sempre di più il “noi”. Proprio come “Noi” l’associazione antimafia che ha organizzato l’incontro e che è ormai scorta mediatica non solo della Angeli ma di chiunque voglia battersi per una convivenza civile e per una vita veramente libera, senza sopraffazioni.


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