Denunciando di essere stata costretta a rinunciare ai propri diritti in cambio di un posto da addetto stampa all’assessorato regionale ai Lavori pubblici, subendo un odioso ricatto, la collega Elena Giordano, consigliere nazionale dell’Unione Cronisti, non ha calunniato i deputati Fabio Mancuso e Filippo Drago, e per questo è stata assolta, “perché il fatto non sussiste”, dal Tribunale di Catania. L’Unci di Catania “esprime soddisfazione per la conclusione positiva della vicenda nei confronti della collega, vittima 12 anni fa di un grave episodio di malcostume politico”.
“Ringrazio i miei avvocati – spiega Elena Giordano – Enrico Trantino, Vincenzo Mellia e Sergio Ziccone, perché con grande professionalità e dedizione hanno studiato a fondo una vicenda volutamente ingarbugliata e per aver sviscerato i fatti che hanno finalmente portato alla verità. Non ho mai commesso il reato per il quale ero imputata anzi, ho lottato come faccio da una vita, affinché venissero riconosciuti i diritti legittimi di un lavoratore, in questo caso un giornalista, che tutti i giorni è costretto a doversi difendere da soprusi e inaccettabili imposizioni. Spero che questo mio caso serva a tutti, vittime e carnefici, affinché si capisca che la dignità della persona non è un oggetto che si può comprare. E se messa in dubbio porta chiunque alla ribellione”. Sulla vicende è intervenuto anche il presidente nazionale dell’Unci Alessandro Galimberti: “Il senso della battaglia di Elena Giordano è nell’etica che deve guidare i comportamenti dei giornalisti in ogni aspetto della vita , non solo professionale ma anche relazionale, istituzionale e pure privata”.
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