Alla Camera uno “scatolone vuoto”. Al Senato a carte scoperte. E la Ue attende…
Di Beppe Pisa
Trovare un accordo sul deficit con l’Europa sulla Manovra del Governo è “più complicato”, ma “non è impossibile”. Nel giorno in cui l’Esecutivo pone la fiducia sulla legge di Bilancio e gli stop and go – “tecnici”, secondo la maggioranza, non sono mancati – è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ad ‘ammetterlo’ con i giornalisti, ma si dice “ottimista”, altrimenti, ribadisce “non mi sarei seduto nemmeno al tavolo”. Il premier incontrerà a breve il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, anche se sul colloquio spiega che si stanno definendo i dettagli, e soprattutto la data. Ma da Bruxelles, la Commissione europea, viene fatto sapere, aspetta un segnale dall’Italia prima di ufficializzare il faccia a faccia. Un segnale, chiesto da tempo, anche dai colloqui che si sono tenuti nel corso del G20, e che ancora non è arrivato, anche se il dialogo è in corso e le cose possono evolvere rapidamente.
Intanto a Palazzo Chigi si susseguono gli incontri: un vertice sulla manovra con Conte, i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, insieme al ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, ma senza il ministro Tria, sul quale sono corse voci di una richiesta di dimissioni da parte del M5S. “Non abbiamo discusso di deficit ma di emendamenti controversi alla legge di Bilancio e abbiamo trovato una soluzione”, ha detto Conte ed ha sgombrato il campo da qualsiasi possibile equivoco sull’assenza del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Poi si valuta l’impatto economico, e sarà coinvolto nella decisione finale anche il titolare del Dicastero di via XX settembre.
Vertici su vertici, ma non si decide nulla
Ma mentre la legge di Bilancio dovrà aspettare i tempi supplementari del Senato, prima di tornare nuovamente alla Camera con la chiusura del cerchio su misure e coperture, Conte ha sottolineato che nel Governo “c’è un clima assolutamente tranquillo e sereno” anche sul fronte dell’Ecotassa per le auto che ha registrato posizioni diversificate fra M5s e Lega. Nessuna tensione, dunque: “abbiamo deciso di effettuare un supplemento di riflessione e quindi abbiamo rinviato nei prossimi giorni, come sapete c’è ancora tempo”. Per parte sua il leader della Lega e viceprimo ministro, Matteo Salvini ha dichiarato: “La Lega lavora per una soluzione di buon senso, dialogo con l’Europa ma senza rinunciare ai nostri impegni a favore degli italiani”. Sui numeri, con i giornalisti, Conte ha scherzato, ma cifre non ne ha fatte: di saldi finali parlo solo alla fine altrimenti sarebbero saldi intermedi. Ma l’obiettivo rapporto deficit/Pil per il 2019 al 2,2% è il ‘numerino’ sul quale la Lega vorrebbe fermarsi anche se una discussione sulle cifre non è stata ancora realmente avviata.
La palla, dopo la fiducia alla Camera, passa al Senato, dove dovrebbero essere scoperte le carte “vere” della manovra
“Io credo dalle interlocuzioni che stiamo avendo che l’Europa si aspetti una manovra che voglia abbassare il più possibile il debito pubblico e il debito pubblico non si abbassa con l’austerity”, ha detto il vicepremier Luigi Di Maio a margine del vertice. “La trattativa – ha sottolineato – è in corso ma non ho sentito né da una parte né dall’altra un attaccamento ai numeri e alle percentuali. E’ una questione di manovra che prova ad abbassare il debito pubblico in maniera sostanziale e per farlo deve aumentare la domanda interna, gli investimenti, il potere d’acquisto delle persone e la possibilità di fare investimenti per gli enti pubblici Intanto, le proposte contenute nella Legge di Bilancio, dai tagli alle pensioni d’oro a quelli graduali sull’editoria, alle altre misure contenute nella Manovra si continuano a limare i conti. Dopo il voto di fiducia che non dovrebbe riservare alcuna sorpresa a Montecitorio, la ‘palla’, verosimilmente da lunedì, passa nel campo di Palazzo Madama per gli ulteriori aggiustamenti.
La denuncia di Roberto Speranza: “mai la fiducia posta su uno sctolone vuoto come la Manovra 2019”
“Stasera alla Camera si vota la fiducia sulla manovra di bilancio. Non era mai accaduto che un voto così importante avvenisse su un vero e proprio ‘scatolone vuoto’”, scrive su Facebook il coordinatore nazionale di Mdp, deputato di Liberi e Uguali, Roberto Speranza. “Non si sa ancora neanche quale sarà il rapporto deficit/pil. Il governo – sottolinea Speranza -, spaventato dalla reazione dei mercati, sta provando una clamorosa retromarcia dal 2,4 annunciato con tanto trionfalismo dal balcone di Palazzo Chigi, ma ancora non si capisce quale sarà il punto di intesa con la commissione europea (2,2? 2,0?)”. “Nel frattempo dei due principali provvedimenti, reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni, non si sa nulla. Se ne conoscono solo i titoli. Quello di stasera è un voto su una manovra fantasma che prende in giro il Parlamento e che non risolve alcun problema della vita reale degli italiani”, conclude Speranza.
L’Associazione Stampa Romana denuncia l’assassinio del pluralismo dell’informazione
“La nuova versione del finanziamento pubblico all’editoria decisa dal Governo propone l’azzeramento dei fondi nel 2022 con taglio del 25% anno dopo anno. Se prima la morte di decine di testate e la disoccupazione per migliaia di giornalisti era certa e immediata, oggi si decide per un dissanguamento graduale che comunque lascerà solo macerie”, afferma Lazzaro Pappagallo, segretario della Associazione Stampa Romana in una nota. “Paradossale ma purtroppo attesa la motivazione – prosegue -. Il finanziamento pubblico, per il vice premier Di Maio, è un elemento di distorsione del mercato; ne altera gli equilibri. E’ proprio questa la differenza sociale, produttiva e culturale con Stampa Romana. Il sindacato territoriale dei giornalisti rivendica invece il finanziamento pubblico come un necessario bilanciamento degli squilibri di mercato a tutela della pluralità delle voci e del dibattito libero tra i cittadini. Chiediamo pertanto di fronte a questo nuovo scenario un incontro urgente con il Presidente della Repubblica e con i Presidenti di Camera e Senato”.