80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

“Vermi putrefatti nel cervello”. Il garante dei Detenuti Palma scrive alla Rai per le dichiarazioni di Mauro Corona

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“Scrivo per esprimere il profondo disappunto nonché l’indignazione dell’Autorità Garante che ho l’onore di presiedere rispetto ad alcune affermazioni dell’alpinista e scrittore Mauro Corona nel corso della puntata di “Carta Bianca” dello scorso 30 ottobre. Nel riferirsi alle persone indagate per la violenza sessuale e la morte di Desirée Mariottini, egli ha utilizzato appellativi quali «neanche bestie» e «vermi putrefatti nel cervello» e ha chiaramente fatto riferimento a una auspicabile castrazione”. Lo scrive in una nota Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

“Pur nel dolore, sconcerto e collera per il grave delitto, non è ammissibile l’utilizzo di un linguaggio simile nei confronti di persone, anche se accusate o colpevoli di reati gravissimi, né sono ipotizzabili forme che riportino al desiderio di vendetta e di annientamento la risposta al reato, facendoci regredire alla pre-modernità e
soprattutto negando i valori costituzionalmente definiti.
Il signor Corona non era un interlocutore intervistato per strada, ma un ospite di una trasmissione del servizio pubblico e pertanto sono rimasto particolarmente colpito dal fatto che lei in qualità di conduttrice non lo abbia interrotto, invitandolo a utilizzare un linguaggio diverso, né abbia ritenuto opportuno chiosare quanto da lui affermato. Nessuna persona può essere indicata con quegli appellativi; per nessuna persona può essere auspicata una pena corporale o l’annientamento: ce lo ricordano i nostri Costituenti. Il tutto è invece avvenuto, volgarmente e senza reazioni, in un orario di grande ascolto e nel contesto di una trasmissione di informazione e di commento che molto può influire sulla costruzione del senso comune.
Proprio in un momento in cui il linguaggio – incluso quello politico e finanche quello istituzionale – subisce un inquietante processo di degradazione, gli operatori
dell’informazione hanno una grande responsabilità: quella di non dare spazio a opinioni lesive della dignità di ogni persona.
Mi auguro che per il futuro esternazioni riprovevoli come quella sopra citata vengano prontamente stigmatizzate dai giornalisti o dai conduttori”


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