Fahrenheit 11/9 è un altro docu-film di Michael Moore sull’America profonda. Quella dove il capitalismo schiaccia i poveri (soprattutto gli afro-americani di Flint) con abusi che arrivano fino all’avvelenamento dell’acqua pubblica della rete idrica, contaminata e piena di piombo. Una sostanza che poi rimane per sempre nel corpo dei bambini, dice l’esperto intervistato, minando la loro capacità di apprendimento e passa nel dna per più generazioni come una mutazione genetica.
Di fronte a questa ingiustizia, le popolazioni colpite della città di Flint chiamano il presidente Obama, per ottenere giustizia, ma lui beve platealmente un bicchiere d’acqua proprio durante il comizio dove ci si aspetta la condanna degli speculatori idrici, deludendo così i suoi elettori. Infatti, poi, vincerà Trump anche per altri motivi. Ma Moore ci tiene a questo fatto, per sottolineare che la destra vince solo quando la sinistra smette di stare dalla parte dei più deboli.
Ora ci sono le elezioni “intermedie” e i democratici hanno un’occasione di ravvedimento. Ci sono nuove leve che si sono candidate senza chiedere il permesso ai notabili di partito, per tornare a difendere le vittime del capitalismo (e anche del piombo nei rubinetti). E forse, proprio per questo, hanno grandi possibilità di vincere.
La lezione per l’Italia? Diffidiamo di chi dice che non esistono più destra e sinistra. Fin quando ci sarà uno sfruttatore e uno sfruttato, ogni cittadino dovrà scegliere da che parte stare. Se qualcuno propone che si possono sostenere entrambi, ci sta avvelenando. Più del piombo.
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