Un atto dovuto non più rinviabile. Un’accelerazione che in tanti speravano e che ora c’è stata.
La decisione della Procura di Roma di iscrivere nel registro degli indagati i poliziotti e gli agenti individuati dagli uomini del ROS dei Carabinieri e dello SCO della Polizia come soggetti coinvolti nella scomparsa di Giulio Regeni rompe quella “diplomazia giudiziaria” che, tra alti e bassi, proseguiva da oltre due anni.
Troppe le omissioni degli inquirenti egiziani. Troppi i ritardi nel consegnare elementi fondamentali come le registrazioni delle telecamere della Metropolitana al Cairo presa da Giulio Regeni l’ultima volta la sera del 25 gennaio del 2016. Registrazioni alla fine ottenute, ma con dei “buchi” che corrispondono non a caso agli istanti in cui di Giulio si sono perse le tracce.
Ci sono voluti dieci incontri formali tra inquirenti egiziani ed italiani per arrivare a questa decisione. Fino all’ultimo si è cercata la collaborazione della Procura Generale del Cairo. Che c’è stata, ma è stata insufficiente. Collaborazione che continuerà, hanno chiarito in un comunicato congiunto le due Procure. Ma certo l’azione del Procuratore Capo Pignatone e del Sostituto Colaiocco segna un punto importante nella vicenda travagliata di Giulio Regeni.
Ora anche la politica torna a fare la sua parte, con l’annuncio da parte del Presidente della Camera Fico dell’interruzione dei rapporti diplomatici con il Palramento Egiziano.
Non dobbiamo dimenticare che furono proprio dei nostri parlamentari ad aprire la strada per il ripristino delle normali relazioni diplomatiche tra Italia ed Egitto, interrotte bruscamente dopo tre mesi dalla morte tragica del ricercatore italiano.
Quanto siano importanti i legami economici tra Italia ed Egitto lo abbiamo potuto vedere solo pochi giorni fa, qui a Roma, in occasione del Rome MED, la Conferenza sul Mediterraneo organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e dall’ISPI, l’Istituto per gli Studi della Politica Internazionale. Il Ministro per il Petrolio egiziano, Tarek El Molla ha rappresentato il suo paese. Il mInistro degli esteri Shoukry ha dato invece forfait. Lo scorso anno, alla stessa conferenza, il suo definire “incidente” la morte di Regeni aveva provocato un sussulto in gran parte della platea in ascolto.
Cosa accadrà ora? Difficile a dirsi. In tanti crediamo che la verità sulla fine drammatica del nostro giovane si saprà solo quando il presidente Al Sisi non guiderà più il paese. Consegnare tutti i responsabili alla giustizia dopo quasi tre anni dalla morte di Giulio sarebbe un segno di debolezza.
Per questo c. Per rispondere ai “perché” che chiedono i genitori di Giulio. Non dimentichiamo mai quanto disse la mamma Paola nel descrivere il volto del figlio. Ormai sfigurato, solo la punta del naso lo rese ai suoi occhi riconoscibile.