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Nuova convocazione di Di Maio, Fnsi e Ordine: «Non ci sono le condizioni». Il 10 dicembre assemblea davanti al Mise

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«Un confronto serio e costruttivo non può prescindere da atti chiari e trasparenti di contrasto al lavoro precario da parte del governo», ribadiscono il segretario generale Lorusso e il presidente Verna, che osservano: «Non si può impugnare la bandiera della difesa dei più deboli e allo stesso tempo insistere per azzerare il fondo per l’editoria».
La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine dei giornalisti non incontreranno il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, gli hanno ribadito che non sussistono le condizioni per un confronto serio e costruttivo. Pertanto, dopo aver declinato l’invito per domani, 27 novembre, sindacato e Ordine dei giornalisti hanno risposto di no anche alla nuova convocazione del ministro, fissata per il 10 dicembre prossimo.

«Le ragioni – spiegano Raffaele Lorusso e Carlo Verna – sono quelle illustrate in occasione dell’invito di qualche giorno fa. La convocazione di sindacato e Ordine insieme a non meglio identificate associazioni è una mancanza di rispetto verso chi rappresenta i giornalisti ed è legittimato a farlo da percorsi democratici codificati da leggi e statuti, quali elezioni, congressi e riunioni di organismi collegiali. Peraltro, ai pesanti insulti alla categoria non è mai seguito un gesto di ravvedimento da parte del ministro. Riteniamo, inoltre, che un confronto serio e costruttivo non possa prescindere da atti chiari e trasparenti di contrasto al lavoro precario da parte del governo. Non si può impugnare la bandiera della difesa dei più deboli e allo stesso tempo insistere per azzerare il fondo per l’editoria, un provvedimento che, se approvato, avrà come unico risultato quello di far crescere il numero dei precari».

Sindacato e Ordine, pertanto, non incontreranno il ministro Di Maio, ma nella stessa giornata del 10 dicembre prossimo convocheranno un’assemblea pubblica davanti alla sede del Ministero dello Sviluppo economico.


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