Distruzione dei campi, come rimozione dei migranti. Sembra questo il Salvini-pensiero, che ha spinto le ruspe contro il Baobab, il centro che a Roma da sempre dà vitto, riparo e una doccia ai migranti in transito, altrimenti senza un posto dove andare. Le telecamere hanno inquadrato mezzi pesanti che radevano al suolo baracche e tende, mentre il ministro dell’interno rilasciava dichiarazioni tronfie di soddisfazione. Il meccanismo della comunicazione della destra è chiaro: la rimozione fisica innesca quella mentale. Se il campo non c’è più, il problema non c’è più.
Questa truffa va smascherata. La verità è che se il campo non c’è più, il problema si complica. Dire “sparpagliatevi e arrangiatevi” è la premessa per bivacchi nelle stazioni, parchi, edifici abbandonati; senza più assistenza legale e con l’efficiente ufficio di collocazione criminale, che arruola subito gli sbandati per spaccio e altri crimini. Un quadro di degrado noto, che è stato ancora una volta rivelato in occasione dell’omicidio della giovane Desiré, con stabili in rovina diventati dormitorio di emarginati in promiscuità con delinquenti abituali, che alla fine li traviano.
Ministro Salvini, distruggere il Baobab – come aver abolito la protezione umanitaria – è criminogeno. E svela la volontà di degradare i migranti in ombre randagie, mettendo in conto più reati, più paura, più voti. Tutto questo è vergogno e pericoloso. E io voglio denunciarlo, con tutta la mia indignazione.