Le manifestazioni e le cronache della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ma Sergio Mattarella va dritto al cuore del problema [di Marina Cosi]
La foto simbolo della giornata contro la violenza sulle donne 2018
Una foto che riassume il passaggio di testimone fra generazioni nella lotta contro la violenza. Ed è bello vedere che finalmente a sfilare, assieme alle ragazze, ci siano anche dei ragazzi. Il Paese, mentre tante bandiere a mezz’asta erano esposte sui palazzi pubblici, è stato attraversato da centinaia di cortei e migliaia di manifestanti, il “livido” rosso in viso, la coccarda rossa all’occhiello, accanto alla panchina rossa, con le scarpe rosse… Rosso come il sangue che ancora centinaia di uomini fanno versare alle donne contro cui s’accaniscono da tempo immemore. I media hanno dato molto spazio al significato della giornata, anche se con qualche scivolone (raptus! ahinoi, ancora molti colleghi non hanno fatto proprio il Manifesto di Venezia), con statistiche e testimonianze.
Noi però scegliamo le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché con chiarezza e semplicità va subito al cuore della causa, il dominio patriarcale e il conseguente ineguale rapporto di potere:
«La violenza sulle donne purtroppo non conosce confini geografici, distinzioni di classe o di età: è iscritta in tante singole biografie. In ogni sua forma, fino all’omicidio, non è mai un fatto privato né solo conseguenza di circostanze e fattori specifici, ma si inscrive in una storia universale e radicata di prevaricazione sulla donna. Ogni ferita fisica e psicologica inferta a una bambina, ragazza o donna, ogni ingiustificata svalutazione delle capacità femminili sono forme di oppressione antica che rendono le donne meno libere, meno uguali, subalterne, infine vittime. Vanno superate discriminazioni, pregiudizi o stereotipi sui ruoli e sulle attitudini basati sull’appartenenza di genere, iniziando dall’infanzia e in particolare dal mondo della scuola. La prevenzione avviene soltanto continuando ad operare per una profonda trasformazione culturale che trovi il suo miglior esito nella promozione del rispetto e nell’affermazione delle donne nella società. Nel nostro Paese il fenomeno della violenza sulle donne è ancora tragicamente alto e la sua denuncia ancora troppo reticente. Si devono, quindi, favorire le condizioni migliori per superare questo ulteriore ostacolo soprattutto negli ambienti – come quello lavorativo – dove risulta più difficile».