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Kazakistan, è lì che si sta formando il nuovo ordine eurasiatico

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[Traduzione a cura di Elena Intra dall’articolo originale di Moritz Pieper pubblicato su The Conversation]

Il Kazakistan si considera il fulcro dell’Eurasia e da tempo è un convinto sostenitore delle iniziative transfrontaliere che aiutino a ridurre gli svantaggi dell’essere un Paese senza sbocco sul mare.

Non a caso, a settembre 2013, il presidente cinese Xi Jinping ha scelto proprio l’Università kazaka di Nazarbayev per annunciare la creazione di nuovi corridoi economici attraverso l’Eurasia come parte dell’ambiziosa iniziativa cinese Belt and Road Initiative (BRI). Se da un lato il progetto potrebbe portare benefici economici diretti per il Kazakistan, dall’altro una sempre più potente Cina sta anche guardando lontano con l’obiettivo di creare un nuovo ordine eurasiatico.

Anche la Russia ha dei piani per la regione – il Kazakistan è infatti membro dell’Unione economica eurasiatica (EAEU), guidata proprio da Mosca. L’EAEU teoricamente riduce i dazi doganali ed elimina le barriere non tariffarie tra gli Stati membri. Tutto ciò apre il Kazakistan a un mercato regionale più ampio, proteggendo al contempo le industrie nazionali dai prezzi competitivi dei prodotti cinesi importati. Il Kazakistan inoltre guadagna dal transito di merci provenienti dalla Cina e si pensa che i nuovi corridoi terrestri aumenteranno il commercio transfrontaliero.

Al centro del piano cinese e kazako c’è il porto di terra “Khorgos Gateway”, che gestisce il trasporto su rotaie anziché via mare. Situato sul confine tra Cina e Kazakistan, è un punto strategico lungo la “Cintura economica della Via della Seta” (SREB), che dovrebbe estendersi dalla Cina fino all’Europa.

Secondo il suo sito web ufficiale, il Khorgos Gateway si trova nel punto “dove l’Oriente incontra l’Occidente”. Ma c’è un grosso ostacolo: i diversi scartamenti usati dalle ferrovie dei due Paesi. I cinesi, come la maggior parte dei treni europei, operano su uno scartamento di 1.435 metri, mentre lo scartamento nei Paesi dell’ex Unione Sovietica, come Russia, Bielorussia e Kazakistan, è di 1,52 metri. Di conseguenza, i carri merci che e… Continua su vociglobali


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