La libera cittadina Eleonora stava tornando a casa dopo il solito giro delle casalinghe, spesa-bollette-passeggiata, quando si è accorta di un crocicchio al lato della strada. “Che state facendo?”, chiede ad un gruppo di ragazzi sul marciapiede. “Aspettiamo Salvini, il Ministro va alla Lumsa”. “Ah, allora lo aspetto anche io e gli faccio un fischio dei miei”. “Bene, noi signora, invece, siamo qui ad applaudire”. E’ cominciata così, come nelle chiacchiere da bar, la brutta giornata di Eleonora, la prima cittadina italiana bloccata dalla polizia per aver fischiato contro il Ministro dell’Interno, un bel fischio poderoso, “da pecorara, da terrona”, come dice lei ricordando quei brutti momenti in cui alcuni poliziotti in borghese l’hanno fermata e letteralmente trascinata via, poi l’hanno portata in commissariato e tenuta lì, in regime di restrizione della libertà personale, per circa un’ora e mezza. Eleonora è una bella e colta signora di Roma che abita a Borgo Pio, uno di quei posti della capitale che, incredibilmente, somigliano ad un paesino nonostante siano in mezzo alla metropoli. “Ho fischiato sì – racconta con la voce pacata di chi dissente senza sentirsi diversa né in colpa – e ho anche gridato ‘buffone’; poi ho visto che si è avvicinato repentinamente un signore in borghese che mi ha detto: ‘lei non può fischiare’; allora io ho fatto un gesto come per ripetere il fischio; a quel punto mi hanno afferrato le mani e sono stata bloccata fisicamente, mi hanno chiesto i documenti, io ero estremamente infastidita, sono andata in pappa e ho detto che ce li avevo a casa. Ero molto arrabbiata, mi hanno fatto cadere, poi mi hanno fato salire in macchina e mi hanno condotto in commissariato. Io avevo espresso la volontà di presentare un esposto su quanto accaduto e uno degli agenti mi ha detto che ‘il dottore’, ossia la persona che per prima mi aveva bloccata, voleva parlarmi”.
Poi ha parlato con questo “dottore”?
In realtà no, all’inizio mi avevano detto che dovevo aspettare per parlare col dirigente che stava rientrando, poi è rientrato e mi è stato detto che dovevo salire al piano superiore per parlare con questo dirigente. Ma io mi sono rifiutata e alla fine sono andata via, dicendo che sulla denuncia ci avrei riflettuto. Ma ho deciso che non farò nulla.
Perché non vuole presentare l’esposto?
Perché va bene così, sono stata fortunata. Quello che è successo è stato filmato, si vede benissimo che è stata bloccata una cittadina che stava semplicemente esprimendo dissenso. Credo che questo video sia molto più di qualunque denuncia.
Adesso è diventata una sorta di beniamina per molti…
Mi stanno chiamando in tantissimi, vecchi amici, amici di mio figlio, ex colleghi. E’ incredibile, io non pensavo mai di poter diventare ‘famosa’ per una roba del genere. Sono semplicemente una casalinga, sì una donna normale, che ha perso il lavoro e che la mattina esce due volte per fare ciò che fanno tutte le persone normali. Al mattino presto vado a fare una passeggiata col mio cane, poi esco di nuovo per fare la spesa e altre incombenze da casalinga. Ho le mie idee, sono una ‘testardissima terrona’, sì una donna del Sud che sa cosa significa la discriminazione geografica, l’ho sperimentata sulla mia pelle da studentessa a Padova. Ecco perché so fischiare così bene da pecorara e per me questo ministro è ridicolo. L’ho solo detto ad alta voce.