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Ex sottosegretario D’Alì perde querela. Aveva chiesto il giudizio per diffamazione contro Enrico Deaglio

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Il gup di Roma , giudice Giulia Proto ha prosciolto il giornalista e scrittore Enrico Deaglio dopo una querela che era stata presentata tre anni addietro dall’odierno ex senatore di Forza Italia , il parlamentare trapanese Tonino D’Alì. Deaglio era stato querelato dal senatore D’Alì per un articolo comparso l’11 settembre 2015 sul “Venerdì” di Repubblica. Un articolo nel quale si ricostruiva la latitanza, perdurante, del boss mafioso Matteo Messina Denaro, delineandone anche il possibile sistema di protezione, di “poteri” messisi a disposizione del pericoloso capo mafia castelvetranese, Messina Denaro, ricercato dal giugno del 1993. La querela di D’Alì riguardò tutta una serie di passaggi dell’articolo, che peraltro riportava una dichiarazione dell’allora procuratore aggiunto di Palermo, pm Teresa Principato, sulle protezioni altolocate del boss. Deaglio nell’articolo fece ampio riferimento al processo nel quale D’Alì è tuttora imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, dopo un annullamento della Cassazione della sentenza duplice “prescrizione e assoluzione”, toccandone diversi punti: dalla gestione della Banca Sicula (oggetto di una indagine dell’allora capo della Squadra Mobile Rino Germanà, che nel 1992 Matteo Messina Denaro con Bagarella e Graviano, cercò di uccidere a Mazara) ai rapporti con i Messina Denaro, don Ciccio e don Matteo, padre e figlio, dalla candidatura nel 1994 in Forza Italia ai rapporti con Berlusconi e Marcello Dell’Utri, per arrivare al suo ruolo di sottosegretario agli Interni nel Governo Berlusconi tra il 2001 e il 2006. Con comune denominatore dell’intero articolo la vicenda Messina Denaro, affari e latitanza. A difendere Repubblica e Deaglio è stato l’avvocato Paolo Mazzà. Numerosa la documentazione prodotta dalla difesa. Insomma un attacco alla libertà di informazione che ha trovato giustizia nella decisione del giudice del Tribunale di Roma. D’Alì peraltro già in altre occasioni aveva cercato di colpire i giornalisti che nel tempo si sono interessati alla sua vicenda processuale, come quando chiese un paio di anni addietro addirittura il sequestro delle copie in edicola del mensile siciliano “S”. Il gup depositerà la sua motivazione fra 15 giorni.


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