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Con la fiducia di 163 senatori passa il vergognoso decreto sicurezza, un regalo alla Lega e alla destra dai 5Stelle

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Comuni, Cgil e associazioni laiche e cattoliche sul piede di guerra

Dopo quanto è accaduto in Senato, con l’approvazione con voto di fiducia del decreto Salvini su sicurezza e immigrazione, verrebbe davvero voglia di chiedersi di quale “cambiamento” parlino gli esponenti grillini al governo e lo stesso Conte in televisione. Se è questo il genere di “cambiamento” del governo, allora proprio non ci siamo, perché questa legge oltrepasserà perfino quella Bossi-Fini, per cattiveria sociale, costruzione del nemico, ingiustizie, per non parlare di vero e proprio profilo razzista e xenofobo. Il “cambiamento” di cui cianciano i grillini è una virata verso l’estrema destra, guidata abilmente da Salvini, e maldestramente subita dai 5Stelle, a tal punto che ogni dissidio interno viene considerato fuorilegge e motivo di espulsione dal movimento. Verrebbe da chiedersi se i 5Stelle abbiano una strategia politica per essere giunti a votare questa schifezza di decreto. O se invece abbiano barattato il destino di decine di migliaia di profughi e migranti per portare a casa qualche provvedimento, magari sulla Giustizia o, chissà, sul reddito di cittadinanza, che alzerà il tono della propaganda, ma non porterà ad alcun cambiamento reale nella vita quotidiana degli italiani, vecchi e nuovi.

Ci tocca così raccontare una giornata politica nella quale la Lega ha incassato il primo via libera a un provvedimento cruciale per l’elettorato di destra: il decreto sicurezza che ridisegna, fra le altre cose, buona parte della politica sulla gestione dei migranti e si muove verso confini razzisti che neppure la Bossi-Fini aveva avuto il coraggio di toccare. La fiducia del Senato, con 163 sì (erano 171 il 5 giugno, ma i voti realmente venuti meno sono 6, un ex M5S e 5 stellati doc, finiti ora sotto la lente dei probiviri) dimostra che nei numeri per ora la maggioranza non è realmente in sofferenza. Ma una eventuale espulsione dei cinque reprobi M5s assottiglierebbe comunque il margine numerico sul quale si regge il governo presieduto da Giuseppe Conte. Rischiano infatti l’espulsione dal M5S i senatori Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura, sui quali è stata avviata un’istruttoria dai probiviri del Movimento. Divise le opposizioni. Pd, Leu e Svp hanno votato contro il decreto, Fratelli d’Italia si è astenuta; Forza Italia non ha partecipato al voto, dichiarando tuttavia che se il governo non avesse posto la questione di fiducia avrebbero votato a favore del provvedimento. Tra i senatori a vita, Elena Cattaneo ha votato contro e l’ex premier Mario Monti si è astenuto… Continua su jobsnews


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