Egregio Berlusconi,Renzi c’invita a chiederle scusa e – se lo dice lui – ci adeguiamo, perché quando l’abbiamo seguito, ci siamo sempre trovati bene.
Ci scusi tanto se abbiamo pensato che lei badava solo ai suoi affari, senza capire che era il suo modo per volere bene agli italiani. Che lei era un buon politico, ma è stato mal consigliato. Che quando c’era lei, i condoni arrivavano puntuali. Che la mafia non esiste, ma c’è solo negli occhi di guarda con malizia agli stallieri. Che la corruzione è solo l’ “ut” roseo tra le parole do e des. Che le leggi ad personam sono solo un’invenzione di quel manettaro di Davigo.
Ci scusi Berlusconi se non abbiamo capito che lei era la vera diga contro Salvini. E già che siamo in piedi, ci scusiamo pure con Renzi, perché gli abbiamo impedito di modernizzare la Costituzione. E con la Boschi, per tutti i dolori che le abbiamo provocato con la banca del babbo, per cui lei tanto s’adoperò.
Ecco, ci siamo tolti un peso.
Invitiamo tutti coloro che volessero scusarsi con B, ad un ritiro riparatorio nel monastero delle Olgettine Scalze dei Sette Veli, in Largo Martiri del Bunga-Bunga, 1.