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A Ostia per difendere diritto e libertà di informare dalle minacce mafiose

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I giornalisti tornano in piazza per dire no alla mafia e ad ogni forma di intimidazione. Si e’ svolto questo pomeriggio davanti al municipio di Ostia il sit-in di solidarieta’ ‘Scorta mediatica’, organizzato da Federazione nazionale della Stampa italiana, Usigrai, Ordine dei giornalisti e Articolo21, con lo scopo di sostenere tutti i giornalisti che continuano ad essere minacciati dalla mafia. L’ultimo caso e’ stato quello di Federico Ruffo di ‘Report’, al quale e’ stata cosparsa di benzina la porta di casa. “Dobbiamo esserci sempre quando un cronista viene minacciato per le sue inchieste, perché è così che si vuole impedire ai cittadini di essere informati sul malaffare”. E’ quanto ha dichiarato Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, durante il suo intervento al sit-in.”C’e’ un pessimo clima – ha aggiunto – troppo spesso i cronisti vengono aggrediti e infamati. Voglio ringraziare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che a differenza di tanti altri, ogni giorno ricorda l’importanza dell’articolo 21 della Costituzione.

Se il Presidente e’ costretto a farlo significa che ci sono pessime nubi per la liberta’ di informazione”. Anche il segretario generale della federazione stampa italiana, Raffaele Lo Russo, ha voluto sottolineare quanto siano importanti iniziative come questa di Ostia.  “Essere qui oggi – ha detto – significa dire ai cittadini che i giornalisti non si fanno intimidire e vogliono continuare a fare il loro lavoro che e’ quello di informare. Quando viene fatto in territori come questo e’ come se si accendessero i riflettori e chi vive di malaffare si sente meno protetto e al sicuro. Questa e’ la funzione dell’informazione”. Lo Russo ha poi aggiunto che e’ importante parlare “di mafia, perche’ non farlo significherebbe fare il gioco dei mafiosi. Inoltre solo cosi’ – ha concluso – e’ possibile far crescere la consapevolezza dei cittadini che il malaffare deve essere combattuto”. Al sit-in, oltre a vari rappresentanti di associazioni e organizzazioni che si occupano di combattere le mafie, era presente anche il cronista di Report, Federico Ruffo, che ha raccontato come e’ cambiata la sua vita dopo il tentato attentato nella sua casa di Ostia.  “Quest’inferno – ha detto –  e’ iniziato prima che andassimo in onda. E’ stato un incidente e per qualche ora abbiamo anche pensato di non divulgare la notizia per non creare troppo clamore. Rimane comunque una sensazione starna e in questo momento la cosa piu’ saggia sarebbe cambiare aria, non tanto per me quanto per i miei genitori che abitano due piani sotto il mio appartamento”.

“Quando mia madre rimase incinta di me – ha raccontato Ruffo – era una bambina, all’epoca scelse me e ora sarebbe giusto che io scegliessi lei. In questo momento pero’ abbiamo deciso di rimanere, perche’ quella e’ casa nostra e non e’ possibile far passare l’idea che qualcuno ti possa cacciare”.


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