Riforma dell’accesso alla professione e linguaggi sereni per mettere il giornalismo al servizio del dialogo nella comunità . Due obiettivi chiari, ambiziosi culturalmente e politicamente, ma al contempo semplici. Il manifesto di Assisi subito incorniciato e messo ben in vista nella stanza della presidenza, la questione riforma dell’Ordine posta con continuità e determinazione in tutte le sedi girando l’Italia su e giù. Qualcosa e’ pero’ cambiato nel clima esterno allora la realizzazione di questi obiettivi e’ ancora più urgente e richiede in spirito di servizio, alla ricerca del bene comune, un salto di qualità nella partecipazione.
Il giornalismo deve sforzarsi di accendere una luce su quel che sta accadendo sui temi dei diritti, delle libertà,della verità,che e’ sempre più messa a rischio dalle interessate pretese di disintermediazione e dall’affidamento dei messaggi da veicolare ad oscure potenze di calcolo con algoritmi partoriti in sedi non trasparenti per confondere tra il reale e il falso (l’Ordine dei giornalisti , dopo l’allarme lanciato a dicembre 2017 introducendo la conferenza stampa dell’allora Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ha già varato sul delicato tema un gruppo di lavoro, che a breve proporrà riflessioni e iniziative ). Il tutto condito da una studiata dose di insulti via social verso qualunque voce critica, se non delle più alte istituzioni dello Stato, di garanzia o morali come il Papa, punto di riferimento per credenti e non credenti di buona volontà. Il giornalismo e’ attaccato al cuore e con esso la democrazia.
Una reazione non può essere affidata solo alla politica, talvolta schiacciata nel perverso gioco di contrapposizioni per slogan. E’ il momento in cui chi svolge questa funzione sociale fondamentale di rendere informata e consapevole una comunità si ponga il problema di fare di più. Di promuovere, alimentare e sostenere una riscossa delle coscienze che proprio dai giornalisti sotto attacco può partire con ragionamenti , analisi e ponti alla ricerca della verità.Dalla marcia della pace e dalla nuova riflessione sul manifesto di Assisi può nascere l’idea di qualcosa di maggiormente strutturato e stabile. Difendiamo dialogo e conoscenza, altrimenti la mistificazione avvelenerà la democrazia.