C’era una volta una donna che sfidò la legge umana. Mentre il fratello Eteocle, che si era battuto per la Patria, venne sepolto con tutti gli onori, l’altro fratello, Polinice, ingiustamente escluso dal potere, marciò su Tebe, risoluto a riprendersela; i due fratelli si uccisero a vicenda. Creonte, loro zio, assunse la reggenza della città e stabilì che Polinice venisse privato della sepoltura perché considerato traditore. Ma Antigone, nella convinzione spirituale e religiosa che a tutti spettasse la sepoltura, coprì il corpo di Polinice con alcune manciate di terra, compiendo il rito funebre. Così facendo, si ribellò alla legge degli uomini in favore di quella naturale, che risale alla notte dei tempi. Questo mandò Creonte su tutte le furie perché la donna aveva disatteso al suo ordine. Disobbediente e pure… donna. In un’epoca – quella del gineceo – dove la donna non contava nulla, Antigone fa paura. Creonte la fece rinchiudere viva nella tomba di famiglia, dove lei si tolse la vita impiccandosi. Creonte tornerà sui suoi passi, ma troppo tardi. Antigone sa fin dall’inizio che il suo gesto la porterà alla rovina, ma è anche consapevole del significato simbolico di quel gesto: esso resterà ad imperitura memoria e sarà esempio per tutte le rivoluzioni a venire. Era il V secolo a.C., quello culturalmente più produttivo della vicenda greca. E in effetti Antigone nella letteratura successiva, da Lauro De Bosis in poi, diventa il simbolo dell’anti-totalitarismo. Un tema caro anche ai primi scrittori cristiani, in particolare, Paolo di Tarso.
Secoli dopo, in Calabria, a Riace, la cittadina dove nel 1972 furono trovati i famosi bronzi, la questione della legge giusta o ingiusta si ripete.
Dal 2004, grazie alla politica di accoglienza diffusa del sindaco Domenico Lucano, il centro storico si è ripopolato dando ospitalità a oltre seimila richiedenti asilo provenienti da venti diverse nazioni, integrandoli nel tessuto culturale e lavorativo. Il modello, studiato a livello internazionale, nel 2016 fece sì che il sindaco fosse inserito, da parte della rivista “Fortune”, tra i 50 leader più influenti al mondo. Ma l’attuale ministro dell’Interno Matteo Salvini, critico nei confronti di questo sistema di accoglienza, ha fatto mettere Lucano agli arresti domiciliari con l’accusa di istigazione dell’immigrazione clandestina.
«Vi auguro di avere il coraggio di restare soli e l’ardimento di restare insieme, sotto gli stessi ideali – ha detto quest’ultimo qualche sera fa, ospite della trasmissione su Rai1, “Che Fuori Tempo che fa”, di Fabio Fazio. Di poter essere disubbidienti ogni qual volta si ricevono ordini che umiliano la nostra coscienza. Di meritare che ci chiamino ribelli. Di continuare a credere, anche contro ogni evidenza, che vale la pena di essere uomini e donne. Di continuare a camminare nonostante le cadute, i tradimenti e le sconfitte, perché la storia continua anche dopo di noi…». Vale più la legge o la propria coscienza? Nel caso di Creonte, parliamo di un dittatore che si era impadronito illegittimamente del potere. E questo gioca a favore della disobbedienza di Antigone. Ma, nel caso di un ordinamento democratico, quindi di leggi sancite da chi è legittimato a farle, può esserci un diritto di resistenza? Esso è contemplato nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America del 5 luglio 1776, così come nella Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino del 1789. La disobbedienza di Gandhi può essere considerata un esercizio del “Diritto di resistenza”. Non esiste nella nostra Costituzione. E allora come comportarsi? Può una legge essere disattesa se per esempio va contro l’interesse del più debole? Non per l’ordinamento italiano, per il quale chi disattende una legge, va sempre sanzionato. Ma esiste una forma di lotta politica – la disobbedienza civile -, che può essere attuata da un singolo o da un gruppo di persone, che comporta la violazione consapevole e pubblica della legge considerata sbagliata. Ne consegue il relativo accertamento in sede penale. Sanzione in caso di reato? Certamente. Ma se prevale l’idea che lo Stato è una costruzione umana, quindi non è infallibile, ed è diritto dei cittadini vigilare affinché non abusi del suo potere, i “disobbedienti” potrebbero anche ottenere l’abrogazione o una modifica della legge stessa. È questa la differenza tra uno Stato di diritto e una dittatura.