Amnesty International Ungheria ha adito la Corte costituzionale per chiedere una pronuncia sulla costituzionalità della controversa legge, entrata in vigore il 1° luglio 2018, che prevede fino a un anno di carcere per le persone e le organizzazioni che si occupano d’immigrazione.
L’organizzazione per i diritti umani considera la legge una minaccia alla libertà d’espressione, associazione e manifestazione pacifica.
“Le autorità ungheresi stanno costantemente intimidendo coloro che osano contestare le loro politiche xenofobe. Con la legge, la campagna d’intimidazioni ha fatto un salto di qualità, criminalizzando il legittimo lavoro di chi protegge i diritti dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati”, ha dichiarato Clare Algar, direttrice per l’Europa di Amnesty International.
Il ricorso alla Corte costituzionale sostiene che il testo della legge, volutamente vago e ambiguo, si presta ad abusi da parte delle autorità ungheresi e rischia di scoraggiare il dissenso e attività del tutto legittime.
Il ricorso, inoltre, sostiene che il diritto alla libertà di associazione – compreso il diritto a fondare associazioni e ad aderirvi e quello di svolgere le loro attività in modo autonomo, tutti garantiti dalla Costituzione ungherese e dal diritto internazionale dei diritti umani – sia minacciato da questa ingiusta legislazione.
“La legge è scritta in un modo talmente vago da criminalizzare un’ampia serie di attività tra cui la preparazione, la distribuzione o l’ordinazione di ‘materiali infomativi’ riguardanti l’immigrazione. Inoltre, rende illegale fornire forme di sostegno, compreso quello legale, ai richiedenti asilo irregolari”, ha aggiunto Algar.
“In Ungheria il legittimo operato di Amnesty International, di altre organizzazioni per i diritti umani e dei soggetti della società civile è sotto seria minaccia. Queste tattiche aggressive potrebbero avere un effetto paralizzante su tutte le organizzazioni e oscurare l’importante azione da esse svolta”, ha sottolineato Algar.
“Amnesty International lavora in favore dei diritti umani di tutte le persone in Ungheria. Il nostro operato è svolto per motivi di interesse pubblico. Suona scioccante, per non dire vergognoso, che il governo stia cercando di denigrare la nostra azione e i nostri sostenitori”, ha proseguito Algar.
“Non arretreremo di fronte all’ingiustizia. Faremo sentire la nostra voce a ogni livello, in solidarietà con tutti coloro che difendono i diritti umani. Il ricorso odierno è solo uno dei molti modi con cui siamo pronti a difendere la giustizia, i diritti e le libertà”, ha concluso Algar.
Il testo del ricorso, in lingua ungherese, è disponibile al link
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